“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.” Si potrebbe racchiudere in questa fase di Martin Luther King la crisi dell’attuale governo gialloverde. Una paura che sembra aumentare di ora in ora in attesa che domani si affronti la questione della sfiducia al premier Giuseppe Conte.
Matteo Salvini, dopo aver aperto una crisi politica, forte del risultato dei sondaggi che davano la Lega tra il 38 e il 40% dei consensi, dopo aver capito che c’è il rischio che non si vada subito a nuove elezioni e che la Lega potrebbe non trovarsi più a far parte del governo, ha tentato invano di riconciliarsi con i Cinque Stelle e con lo stesso premier del quale, dopo averne chiesto la sfiducia, ha dichiarato che è il suo presidente.
L’ennesima inversione a U di un soggetto politico che fin dalle origini ha sempre mostrato come coerenza e ideali rappresentino un optional del quale si può benissimo fare a meno.
Salvini, infatti, così come altri leader della Lega che oggi si collocano nell’estrema destra, proviene da quell’area politica nella quale colloca chiunque osi criticarlo: Comunista!
Il principe del “piede in due staffe”, già nel 1997, da leghista di lungo corso, non esitò un attimo a mettersi alla testa dei “Comunisti padani” presentandosi come capolista alle elezioni per l’autoproclamato Parlamento della Padania. Frequentatore del tanto vituperato centro sociale Leoncavallo, fu tra coloro i quali si batterono per la legalizzazione della cannabis.
Del resto, non bisogna dimenticare che anche il Compagno Umberto Bossi, iscritto al Partito Comunista Italiano, militò nel Partito di Unità Proletaria per il comunismo, nell’ARCI e nel gruppo comunista de Il Manifesto.
Se fosse vero che soltanto i cretini non cambiano idea, dai continui cambiamenti del Compagno Salvini (l’elenco è troppo lungo per riportarlo ma basta fare una ricerca in rete per rendersene conto) dovremmo dedurne che è un autentico genio.
“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.” Alla frase di Martin Luther King mi sentirei di poter aggiungere “tranne l’ipocrisia, la convenienza e l’infedeltà”.
Cosa accadrà? Salvini, i cui ultimi discorsi andavano in direzione della possibilità di continuare con questo governo, dopo essersi visto sbattere in faccia la porta da parte del Movimento5Stelle, può soltanto insistere affinchè si vada subito ad elezioni anticipate per incassare quel consenso che i sondaggi sembrano attribuirgli. Una possibilità che preoccupa i mercati finanziari, non tanto per eventuali elezioni anticipate, quanto per paura che un nuovo e più violento conflitto con la Commissione europea faccia ulteriormente salire lo spread e penalizzare le azioni italiane in borsa.
Unitamente al debito pari al 132% del PIL, una crescita perennemente bassa, lo scenario che si prospetta sarebbe quello una correzione forzosa del mercato, che rischierebbe di provocare un’altra crisi dell’Eurozona, con un Paese che a differenza della Grecia sarebbe impossibile da salvare. Una prospettiva che secondo i malpensanti (diceva Giulio Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca) rispecchierebbe l’accordo tra la Lega di Salvini e i russi per affondare l’euro e sfasciare l’Europa.
Altra ipotesi, quella che l’attuale coalizione di governo possa sopravvivere fino agli inizi del 2020, per trovare un compromesso di bilancio accettabile, in attesa di nuove elezioni.
Del resto, le elezioni anticipate a ottobre, coinciderebbero con la scadenza del bilancio che metterebbe – sempre che l’Unione Europea non intervenga – in crisi il governo, dovendo ricorrere a un bilancio provvisorio che bloccherebbe gli investimenti a lungo termine penalizzando ulteriormente la crescita.
Rimangono le ipotesi di formare un nuovo governo composto dall’alleanza tra il centrosinistra e i Cinque Stelle, o la nomina da parte di Mattarella di un governo di tecnocrati perché si arrivi all’approvazione del bilancio prima che si tengano nuove elezioni.
Mentre in ogni caso con la presenza del ministro dell’Interno i problemi tra l’Italia e l’Unione Europea rimarrebbero invariati, bisogna dar atto al Compagno Salvini di aver resuscitato la sinistra italiana (la peggiore e nonostante le fratture interne che ancora la dividono) e con un po’ di buona volontà ancora, potrebbe riuscire a far rivivere i leader storici della sinistra (come Enrico Berlinguer) che, unitamente a quelli di centro e di destra, una ben diversa caratura avevano rispetto questi politicanti dell’ultima ora.
In tal caso, il Compagno Salvini potrà lasciar cadere il rosario – che spesso mostra come fosse l’esorcista – e continuare a tenere chiuso il pugno.
Gian J. Morici
Non ha resuscitato solo la sinistra. È riuscito a recuperare quel centrodestra dei governi Berlusconi che era sparito. Il Cavaliere ringrazia.