“Le parole pronunciate dal sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo e dall’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice risuonano come un monito che la politica non può più ignorare: la Sicilia sta vivendo un pericoloso arretramento morale, un ritorno a logiche di potere, clientelismo e corruzione che minacciano la nostra democrazia e il futuro delle nuove generazioni”.
Così una nota del Movimento 5 Stelle Sicilia, che rilancia l’allarme lanciato dalle due autorevoli voci e denuncia lo stato di degrado politico e istituzionale emerso dalle recenti inchieste che investono governo regionale e maggioranza.
“Di Matteo – dicono dal M5S – ha ricordato come, dopo le stragi del ‘92, la società siciliana seppe reagire con un sussulto etico e civile. Oggi, invece, assistiamo a un inquietante assopimento dell’indignazione popolare, mentre una parte della classe dirigente continua a muoversi secondo ‘bieche logiche di potere’, raccomandazioni, interessi personali e, nei casi più gravi, comportamenti che sfociano nella corruzione. Parole pesanti, ma purtroppo fedeli alla realtà”.
L’Arcivescovo Lorefice ha parlato di “lupi rapaci nelle istituzioni”, invitando i cittadini a riprendersi la cosa pubblica. Una denuncia forte, che il M5S condivide pienamente.
“Questa politica — afferma l’On. Ida Carmina — è diventata sorda e muta. Troppi si nascondono dietro un silenzio assordante, mentre scandali e malaffare continuano a offendere la Sicilia. È necessario cambiare metodo e uomini, restituire dignità alle Istituzioni e rimettere al centro l’articolo 54 della Costituzione: la disciplina e l’onore nel servire la Repubblica. Chi continua a votare politici corrotti diventa, nei fatti, connivente”.
Il M5S sottolinea come i dati Svimez certificano un’emorragia di giovani costretti a lasciare la propria terra: 44.303 siciliani tra i 25 e i 34 anni hanno abbandonato l’isola in soli tre anni. “È il risultato di una politica che non crea opportunità ma alimenta clientele, che non risolve le emergenze ma le usa come strumenti di potere”.
“Sanità in crisi, infrastrutture al collasso, gestione fallimentare dell’acqua, fondi europei persi, investimenti contro gli interessi dei territori come il rigassificatore: è questo il bilancio di un governo regionale che non ha alcun contatto con i bisogni dei cittadini. E che oggi tenta di minimizzare scandali gravissimi che toccano perfino vertici della maggioranza”.
Per questo — conclude la nota — il Movimento 5 Stelle auspica con forza che la mozione di sfiducia al Presidente Schifani venga approvata.
“È il momento di liberare la Sicilia da un ceto politico famelico che sta bruciando presente e futuro di due generazioni. I siciliani meritano una politica che serva il popolo e non il potere.
È ora che i lupi rapaci tornino a casa, e che la Sicilia possa rialzarsi con trasparenza, legalità e coraggio”.