“La giustizia civile sta affogando, a certificarlo sono i documenti del governo Meloni, lo stesso che fa finta di non vedere e non sentire quando noi e tutti gli addetti del settore lanciamo allarmi continui. Come scrive oggi La Stampa, il Documento di finanza pubblica del governo Meloni attesta che i tempi medi per la risoluzione di una controversia civile si stanno di nuovo allungando, dopo i grandi progressi che avevamo compiuto dopo il 2020. E’ un disastro, il fallimento del duo Meloni-Nordio nero su bianco”.
Lo affermano i rappresentanti del M5S nelle commissioni Giustizia della Camera e del Senato Stefania Ascari, Anna Bilotti, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso, Carla Giuliano, Ada Lopreiato e Roberto Scarpinato.
“Leggiamo – aggiungono – di fantasiose motivazioni addotte dal ministero della Giustizia, ma la verità la ricordiamo noi a via Arenula, visto che da quelle parti si continua a fare finta di non capire: la giustizia sta viaggiando verso il collasso perchè con l’insediamento del governo Meloni la mannaia dell’austerità ha fatto danni ovunque. Anziché investire nello sviluppo del comparto, il governo ha tagliato i fondi, come nell’ultima Legge di Bilancio; le carenze di personale aumentano e il governo non ha varato alcuna nuova assunzione straordinaria, bocciando anche tutte le nostre proposte per rimpolpare gli organici. Cosa ci si poteva aspettare? Un monitoraggio dell’Ocf su 191 uffici del giudice di pace sui 390 complessivi ci dice che solo il 37% dei giudici previsti è in servizio e che nel personale amministrativo c’è una carenza del 25%. Solo una parte dei giudici dispone di tablet adeguati per il processo telematico, la connessione internet è spesso instabile e vi sono frequenti problemi con i software. Gli stessi problemi riguardano tutta la magistratura civile e gli uffici dei tribunali. Con che coraggio si parla di ingolfamento da richieste di cittadinanza degli oriundi? Con che faccia tosta si fa sapere che il gioco delle tre carte del recente decreto giustizia darà un sollievo? D’altronde parliamo del governo che ha speso tutte le sue energie per garantire l’impunità sull’abuso d’ufficio, per aiutare i presunti criminali a scappare prima dell’arresto e per fare la guerra al potere giudiziario a parole e con la separazione delle carriere che, come ripetiamo ogni giorno, non risolve un solo problema della giustizia ed è solo una vendetta del governo per indebolire la magistratura e portarla sotto il condizionamento della politica”.