
Avrei dovuto scriverlo stamattina, lo so.
Eppure non è mai troppo tardi per dire di stare zitti in questo giorno di parate, di clamori mediatici, di interpretazioni, di depistaggi passati e non sappiamo se anche futuri.
Trentadue anni fa, in questo giorno morivano Paolo Borsellino e la sua scorta.
Silenzio!
Quel vocabolo che Dante utilizza nella terza cantica.
Quel vocabolo utilizzato nella cantica delle anime beate.
Silenzio.
Silenzio per rispetto a chi è morto.
Silenzio per chi non ha avuto il tempo di gridare, per chi non ha detto una sola parola e che oggi, se potesse, scoprirebbe di aver detto tanto di più di quanto non abbia potuto immaginare.
Da domani ci sarà modo di tornare a fare baccano, ad avallare o contrastare teorie come se fossimo unici detentori della verità.
Quella verità che per trentadue anni è stata negata nonostante apparentemente ognuno di noi l’avesse in tasca.