L’Organizzazione chiede di riportare la protezione delle persone al centro delle politiche, di istituire un sistema di ricerca e soccorso in mare e di aprire vie legali e sicure di accesso in Europa .
Un altro pesante tributo in termini di vite umane è stato pagato ieri nel Mediterraneo. Sono 9 le salme accertate, sbarcate ieri a Lampedusa, tra cui una bambina di pochi mesi e un ragazzo morto dopo i tentativi di rianimarlo, ma ci sarebbero anche una quindicina di dispersi e il bilancio rischia di aggravarsi. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro. E’ finito così tragicamente nella notte il sogno di chi, in fuga da guerre, fame, conflitti, violenza, ha cercato di raggiungere via mare la salvezza in Europa, nonostante le difficili condizioni meteomarine. I team di Save the Children, presenti sull’isola, hanno prestato subito assistenza ai minori e alle famiglie dei sopravvissuti, arrivati in stato di shock e ipotermia.
Ma la giornata di ieri ha fatto registrare un’altra tragedia del mare in Grecia, che ha causato la morte di 3 bambine. Gli ultimi drammatici episodi fanno salire a circa 400 il bilancio dei morti e dei dispersi solo nel Mediterraneo Centrale nel 2024[1], che si conferma una delle rotte più letali al mondo.
“Mentre ieri in Europa si discuteva di protezione dei confini, bambini, donne e uomini, perdevano la vita nella speranza di costruirsi un futuro di pace, lontano da conflitti, persecuzioni, fame, violenza, matrimoni forzati e povertà estrema. Non si può assistere inermi a quelle che sono ormai tragedie annunciate. E’ necessario riportare le persone e la salvezza degli esseri umani al centro delle politiche nazionali ed europee. Continuiamo a chiedere, dunque, un’assunzione di responsabilità condivisa degli Stati membri e delle istituzioni europee che porti alla creazione di un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Ci auguriamo che l’implementazione delle riforme in materia di politiche migratorie europee includa anche l’apertura di canali regolari e sicuri per l’accesso in Europa e la creazione di nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari, corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga” ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children.