Una notizia che non avevo voluto dare nei giorni scorsi per ragioni personali e che oggi, per motivi diversi, è comparsa su diverse testate giornalistiche, che ringrazio per la solidarietà manifestatami.
Il Giudice Lorenzo Matassa ha voluto dedicare alla vicenda questo suo articolo con un’analisi che va ben oltre il fatto avvenuto, citando Pirandello e Sciascia.
La scelta dell’immagine, non a caso, ritrae un particolare di Leonardo Sciascia nell’atto di fumare una sigaretta, un momento che per me ha avuto un profondo significato che forse un giorno mi troverò a narrare.
LA CORDA (PAZZA) al COLLO dei SICILIANI
Se fossi l’investigatore del grave atto intimidatorio – e, forse, potenzialmente omicidiario – compiuto ai danni di Gian Joseph Morici, soffermerei l’attenzione sul dato simbolico del tentativo.
In una terra in cui si sono fatte esplodere le autostrade o un intero quartiere abitato, oppure uccise con i kalashnikov centinaia di persone e sciolto nell’acido il corpo di un bambino, ebbene, in un’isola in cui la mafia ed i suoi tanti sodali hanno superato ogni limite dell’umana pietà, appare davvero minimale (e quasi infantile) lo stringere una corda attorno al collo di un giornalista.
Vi è in questo gesto – volutamente non portato ad estremo compimento – qualcosa di assai simbolico e metaforico, una specie di “avviso ai naviganti” per dire loro che “incidenti come questo” possono capitare a tutti quelli che non osservano l’omertosa regola aurea delle tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo.
Però, c’è qualcosa d’altro da porre in evidenza e che incide su un aspetto (forse) subliminale del gesto impiccante.
Nella città di Pirandello, nella terra della “corda pazza”, il gesto di stringere il nodo attorno al collo di un giornalista inerme supera pure l’aspetto delittuoso per diventare emblema di un destino tutto siciliano.
Quello che – non a caso – Leonardo Sciascia indicava ai suoi lettori già nell’anno 1970, nel suo libro cercando un senso compiuto alla “sicilianitudine”.
A venti anni da quella data (anno 1991), dopo le feroci polemiche sul professionismo dell’antimafia e all’alba della strage contro Giovanni Falcone, ancora un’altra opera – a firma della giornalista francese Marcelle Padovani – rimarcava il tema caro a Sciascia: la Sicilia è una metafora del mondo.
Già… in quest’isola il gesto si fa parabola e diventa simbolo per tutto un Paese.
“La realtà tende a diventare ovunque mafiosa”.
È questo l’incipit de “La corda pazza” di Leonardo Sciascia.
Dobbiamo agire, con tutte le nostre forze, perchè davvero non sia così…
Lorenzo Matassa