GARA LOTTO: Un miliardo di base d’asta – da pagare in tre rate: 500 milioni di euro all’aggiudicazione, 300 milioni nel 2025, il residuo nel 2026 – e aggio per il concessionario al 6 per cento. Sono le caratteristiche essenziali della gara per la gestione del gioco del Lotto: la procedura è la novità più evidente contenuta nella bozza di decreto di riordino del gioco online, che Agipronews ha potuto visionare. A vincere la procedura (l’attuale concessionario è IGT, ndr) – è scritto – deve essere “una qualificata impresa con pregresse esperienze nella gestione o raccolta di gioco, con sede legale in uno degli Stati dello Spazio economico europeo”. La procedura prevede la “facoltà per il concessionario aggiudicatario di utilizzare la rete di telecomunicazioni per prestazioni, dirette o indirette, di servizi diversi dalla raccolta del gioco del Lotto automatizzato e degli altri giochi numerici a quota fissa purché compatibili con la raccolta stessa a giudizio dell’Agenzia delle Dogane”. Il vincitore della gara avrà obbligo di “aggiornamento tecnologico del sistema della rete e dei terminali di gioco secondo standard qualitativi che garantiscano la massima sicurezza ed affidabilità, secondo il piano d’investimento che costituisce parte dell’offerta tecnica”.
GRATTA E VINCI: Anche la gara del Gratta e Vinci, rileva agipronews, entra nella bozza del decreto per il riordino dei giochi online che sarà all’esame del Governo all’inizio della prossima settimana. Ciò malgrado la scadenza della concessione sia lontanissima, addirittura nel 2028. “Tenuto conto della scadenza nell’anno 2028 della vigente concessione per l’esercizio dei giochi pubblici denominati lotterie nazionali ad estrazione istantanea, anche con partecipazione a distanza, e per la relativa raccolta, e tenuto conto altresì della esigenza, funzionale agli interessi pubblici di settore, di assicurare la più ampia partecipazione alla relativa procedura di affidamento, l’Agenzia pubblica senza indugio appositi avvisi di preinformazione, per divulgare l’intenzione di bandire la gara e raccogliere utili elementi informativi dalla conseguente reazione del mercato”, è scritto nella bozza. L’Agenzia quindi, “in tempi congrui rispetto alla scadenza della vigente concessione, indice l’occorrente procedura selettiva le cui condizioni essenziali minime, avuto riguardo alle utili condizioni di mercato che potranno all’epoca essere rilevate, riguardano i seguenti parametri minimi: base d’asta nell’ambito di una procedura basata sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, parametri tecnici di valutazione per l’aggiudicazione della concessione, durata della concessione, aggio per il concessionario, valori medi di restituzione della raccolta in vincite”.
TRASPARENZA: Una “app” per accedere a ciascuna tipologia di gioco oggetto di concessione, con caratteristiche tecniche definite dall’Agenzia delle Dogane. E un solo sito di riferimento del concessionario, senza affiliati. Come riporta agipronews è una delle novità – finalizzate ad aumentare la sicurezza nel gioco pubblico – contenute nella bozza del decreto di riordino del settore online che sarà all’approvazione del Consiglio dei Ministri a inizio della prossima settimana. Nel testo è prevista l’attivazione da parte del concessionario “di un sito internet con dominio di primo livello nazionale direttamente gestito dal medesimo operatore, collegato alla propria concessione e di sua proprietà con esclusione della possibilità per il concessionario di mettere il sito stesso a disposizione di soggetti terzi, anche se appartenenti al medesimo gruppo societario, con qualsiasi soluzione tecnica o di interfaccia”. A fini di trasparenza e di riconducibilità al concessionario del sito e delle app per la gestione di poker e casinò, sul sito internet è obbligatoriamente presente il logo o il marchio del concessionario. In caso di assenza del logo o del marchio del concessionario “l’Agenzia procede alla sospensione della concessione e, in caso di plurime violazioni, può procedere alla decadenza”. E’ prevista poi la facoltà per ogni concessionario di consentire l’accesso a ogni tipologia di gioco oggetto di concessione, “tramite una specifica app le cui caratteristiche tecniche sono definite dall’Agenzia delle Dogane”.
CANONE DI CONCESSIONE – E’ previsto il pagamento, a decorrere dalla data di sottoscrizione della convenzione accessiva alla concessione, di un “canone annuo di concessione determinato nella misura del tre per cento del margine netto del concessionario calcolato sottraendo all’importo della raccolta di gioco l’ammontare delle vincite erogate e delle relative imposte e quote di prelievo, ovvero del compenso del concessionario per i giochi in concessione non soggetti ad un prelievo tributario calcolato sulla differenza fra raccolta e vincite erogate, versato in due rate di pari importo entro il 16 gennaio e il 16 luglio di ogni anno di concessione”.
IDENTIFICAZIONE E PROTEZIONE DEL GIOCATORE – Per la certezza della identificazione del giocatore, prosegue agipronews, l’apertura del conto di gioco avviene “esclusivamente con l’utilizzo di un valido documento di identità o di altro strumento di identificazione digitale anche con sicurezza di secondo livello, riconosciuto in Italia, indicato con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane. A ulteriore tutela e protezione dei giocatori, specie più vulnerabili, “il concessionario può effettuare, con oneri a proprio carico e con l’indicazione del proprio logo o marchio, campagne di promozione, comunicazione e diffusione di messaggi a soli fini sociali orientati a promuovere la prevenzione ed il contrasto del gioco patologico”.
PVR – L’iscrizione all’albo dei Punti vendita ricariche è subordinata al pagamento preventivo all’Agenzia di un importo annuale pari a cento euro, non più duecento per il primo anno e centocinquanta per i successivi.
MAGGIORI ENTRATE – Le maggiori entrate derivanti dall’articolo 6, comma 6, lettera n) – che riguarda il canone di concessione al 3% – sono destinate, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, per ciascuno degli anni dal 2024 al 2033 all’incremento del fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’Economia.