Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 7 marzo, ricorrenza in cui è stata assassinata nel 1946 a Burgio in provincia di Agrigento la giovane casalinga Tommasa (Masina) Perricone (in Spinelli) intende ricostruirne la storia attraverso l’elaborato di Matteo Lorenzano della classe I sez. D del liceo scientifico Filolao di Crotone.
“Tommasa Perricone in Spinelli nacque nel 1913 e morì il 7 marzo 1946 a Burgio in provincia di Agrigento. Tommasa era una giovane casalinga di 33 anni sposata da poco, che morì per un errore da parte di “Cosa Nostra” nel tentativo di uccidere il candidato a sindaco di Burgio, Antonio Guarisco. Rientrava a casa e si accingeva ad aprire la porta, quando, nel medesimo istante, dei malviventi spararono una raffica di colpi per uccidere Antonio Guarisco. Un solo colpo raggiunse Tommasa che le fu letale. Il candidato a sindaco si salvò, ma fu ferito ad un braccio. Tommasa però può essere considerata due volte una vittima. La prima perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato ed è una martire della mafia, la seconda perché è stata dimenticata dallo stato, difatti, nel registro delle vittime in Sicilia risultava, per errore di battitura commesso forse nella trascrizione del nome, sotto il nome di Marina Spinelli, perciò la famiglia non poté ricevere nessun aiuto o beneficio da parte dell’amministrazione pubblica.”
È un obbligo morale commemorare le vittime innocenti di mafie come Tommasa (Masina) Perricone ma non solo, perché il numero degli innocenti scomparsi purtroppo è lunghissimo e sarebbe giusto conservare la memoria dei nostri concittadini.
È fondamentale ricordare nelle aule scolastiche le tante tragiche storie di uomini e donne semplici e straordinari che con il loro esempio ci tramandano i valori della cittadinanza responsabile.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)