Chissà cosa direbbe oggi la buonanima di mio nonno che da bambino mi spronava quotidianamente a studiare.
Leggere, scrivere e comprendere, erano anche le “bacchettate” dei miei insegnanti, secondo i quali non bastava saper leggere ma bisognava anche capire ciò che si stava leggendo.
Erano i tempi in cui si diceva “quante belle braccia tolte all’agricoltura”.
Altri tempi.
Poi vennero i tempi di un ex candidato sindaco di anni fa, il quale volle stravolgere quelli che erano stati gli insegnamenti della buonanima di mio nonno e dei miei professori.
“Cultura viene da coltivare, e io nella mia vita ho coltivato molto”, disse il candidato sindaco, che forse posata la zappa aveva preso in mano la penna.
Abolito definitivamente il “comprendere”, l’unico insegnamento rimaneva quello di mio nonno in merito al “pezzo di carta” (titolo di studio) che nella vita è indispensabile.
Che la Sicilia sia un’isola meravigliosa non sono io a dirlo, chiunque abbia avuto modo di visitare questa terra, vederne le bellezze, conoscerne la storia, non ha potuto fare a meno di rimanerne affascinato.
Ma la Sicilia è anche terra di mostri, dalla Biddrina alla Marabbecca, da Scilla (calabrese) e Cariddi, fino ad arrivare a Federigo Bosconero, il barone decaduto che avrebbe rivelato a Goethe di essere un figlio di Satana, un vampiro in corsa per la suprema carica tra le forze del Male.
Chissà che la mafia non nasca dalla progenie del barone.
Cancellati dalla memoria delle leggende la Biddrina, la Marabbecca, Scilla e Cariddi, e persino Federigo Bosconero – nonostante la sua attuale sanguinaria progenie – altri due mostri assediano l’isola: il politichese e il burocratese.
E questa è storia dei nostri giorni.
La storia di un povero Cristo che da mesi lavora per il Comune di Agrigento senza percepire un centesimo.
Il povero disgraziato di turno, lavoratore a titolo gratuito dai primi di agosto per conto del Comune, il 31 ottobre decide di chiedere lumi al Dirigente del settore e al Sindaco, facendo presente di non essere più percettore di RdC già a far data dall’ultima erogazione del mese di luglio 2023, chiedendo di sapere quale fosse la sua posizione assicurativa e chi avrebbe corrisposto quanto dovutogli per le ore di lavoro svolte.
Il politico, si sa, parla il politichese nelle apposite aule, quindi non ha tempo per rispondere a un povero Cristo qualunque.
Quella che invece non si fa a lungo attendere, è la risposta del burocrate:
“Facendo seguito alla nota meglio specificata in oggetto si comunica che la S.V. inserito nel progetto PUC ” Manutenzione degli spazi ed edifici pubblici comunali” approvato con Delibera dr Giunta n” 35 del 10/03/2023 , con un impegno lavorativo da un minimo di 8 ad un massimo di 16 ore settimanali , cosi come prevede la normativa vigente sullo svolgimento dei PUC , il Comune di Agrigento non svolge il ruolo di ente erogatore dell’RDC. Piuttosto si chiede se la S.V. abbia inoltrato in domanda Supporto Formazione Lavoro (SFL) e qualora avesse provveduto si invita ad inviarne copia all’ufficio scrivente”.
Che abbia dimenticato che l’obbligo dell’adesione al PUC vale per coloro i quali percepiscono il RdC e non per chi lo aveva già sospeso?
Che abbia dimenticato che tale particolare è riportato anche nella convenzione tra le ditte che hanno aderito e il Comune?
Inoltre, il povero Cristo, era forse stato così folle da chiedere al Comune di volergli erogare il Reddito di Cittadinanza?
Ci voleva così tanto a comprendere quale fosse la richiesta?
Dimenticato per un attimo la buonanima di mio nonno e il suo insegnamento in merito all’utilità del “pezzo di carta”, mi torna in mente uno dei miei insegnanti che più di altri insisteva sul fatto che non bastava saper leggere ma bisognava anche capire cosa si stava leggendo.
Una lezione che quotidianamente ripeteva anche all’esausto bidello, che forse aveva invece già capito che per far carriera nel mondo del burocratese era perfettamente inutile la lezione del prof, ma bastava aver ascoltato bene, e messo in atto, l’insegnamento di mio nonno.
Chissà che non avesse capito tutto anche l’ex candidato sindaco…
Caro San Calogero, proteggici tu.
Ciò che è scritto legger si vuole, ma non sempre…
Gian J. Morici
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