A margine della straordinaria manifestazione di popolo di Sciacca sulla “Buona Sanità” per difendere l’Ospedale Giovanni Paolo II°, l’On. Ida Carmina commenta con vigore le giuste rivendicazioni che ha urlato la gente da Piazza Scandaliato.
Sulla sanità pubblica il Governo nazionale e regionale la smettano di puntare sul privato, con scelte che penalizzano in toto la sanità pubblica in favore di quella privata. I 4 mila medici italiani che hanno lasciato la Sanità pubblica, fra cui molti che operano nell’agrigentino, andranno nel privato: pagheremo il doppio per avere le stesse cure che avevano nell’ospedale pubblico.
I responsabili sono in primis il Governo Meloni e quello regionale.
Se vengono maltrattati e si colpiscono le pensioni dei medici che operano nella sanità pubblica, se sono sottopagati rispetto al privato o vengono più tassati è chiaro che sceglieranno di andarsene. Si aggiunga l’oscena gestione del Governo Regionale Siciliano ed il gioco è fatto. Spero che i siciliani e gli agrigentini si liberino della sindrome di Stoccolma e chiedano conto di come scelte scellerate stiano affossando il diritto alla salute dei cittadini.
“Una giornata che è l’emblema di una situazione sanitaria generale, ma di tutti gli ospedali pubblici agrigentini in particolare, che sono ridotti alla canna del gas. Ho apprezzato che finalmente la gente sia scesa in piazza per dire basta a questi continui disservizi della sanità provinciale: le scolaresche, arrivate da Menfi , Sambuca e dai comuni viciniori; gente comune giunta dai 15 comuni del comprensorio; Sindaci, comitati civici, parlamentari regionali di maggioranza e opposizione, tutti insieme per dire basta alla distruzione della sanità pubblica in favore di quella privata ed allo sfacelo sistematico del diritto alla salute ed alla cura dei cittadini. Ci vogliono scelte forti della politica e vertici aziendali adeguati che sappiano trovare soluzioni immediate al disastro che stanno creando e di cui sono responsabili, nella sanità.
A oggi tutto è nebuloso e non si garantisce nemmeno l’ordinario. Non è certo facendo il gioco delle tre carte (sposta un medico qui, sguarnisci lì, un cardiologo al pronto soccorso… meglio mettiamoci un argentino… l’argentino non arriva, facciamo una equipe itinerante…) che si risolvono i problemi.
Perché non vengono espletati immediatamente i concorsi già banditi, ad esempio?
E’ ormai a tutti evidente il disegno da parte dei governi nazionale e regionale per dirottare risorse alla sanità privata.
Con il raddoppio dei costi per pagare le stesse cure che prima venivano erogate dal servizio pubblico.
La fotografia purtroppo appare finora questa: una sanità sempre più incentrata sul modello Lombardia, in una sorta di scala sociale ed economica che contrasta con l’art.32 della Costituzione.
Perché sulla sanità pubblica c’è sempre il solito refrain: tagli, sotto organico dei medici e depotenziamento dei servizi. Sebbene abbiamo eccellenze tra il personale sanitario, vedi la cardiologia di Sciacca, non si può disconoscere che altri reparti dello stesso nosocomio: oncologia, urologia e ortopedia siano in grandissima sofferenza per mancanza di medici con disagi e sofferenze inenarrabili come mi ha raccontato una straordinaria cittadina saccense oncologica.
Da Sciacca oggi la gente lo ha gridato ancora una volta a squarciagola a chi ha potere decisionale di finirla con il politichese e il burocratese e alle lotte spartitorie ed io non mollerò di un millimetro affinchè si torni ad una piena tutela del diritto alla salute all’interno di tutti gli ospedali pubblici agrigentini e di tutta l’isola, perché non siamo figli di un Dio minore e sia assicurata piena cittadinanza agli agrigentini “