PALERMO, TAXI SHARING. CHI LO GESTISCE E, SOPRATTUTTO, CHI LO CONTROLLA?

di ROBERTO GRECO per “Gli Stati Generali

  

Cronache del nuovo millennio che contengono storie del vecchio controllo del territorio. Servizio taxi: nel piazzale antistante l’aeroporto i vessati sono non solo gli utenti ma anche i tassisti.

Complice il ritardo di oltre un’ora e mezza di un volo Ryanair, l’arrivo all’aeroporto di Palermo è avvenuto verso l’una e trenta di notte. Troppo tardi per trovare all’interno dell’area aereoportuale un bar aperto. Troppo tardi per usufruire del collegamento in treno o in bus per raggiungere la città. Non resta che il taxi. Fortunatamente anche a Palermo esiste il c.d. taxi sharing, che permette l’uso cumulativo del servizio a un prezzo controllato. Il servizio è attivo dal mese di marzo 2015 e prevede sharing urbano e extraurbano.

Sul sito della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto, con dovizia di particolari sono indicati i termini di fruizione del servizio che indicano come «presso la zona Arrivi, sono ubicati 2 stalli per le autovetture che effettuano il servizio di taxi sharing. Le auto e gli stalli sono facilmente identificabili. La tariffa di 8 euro a passeggero sarà applicata solo al raggiungimento di un minimo di 4 utenti» e, sempre sulla base di quanto indicato, «il servizio Taxi dall’aeroporto è attivo all’uscita dell’Area Arrivi in concomitanza con l’orario di arrivo dei voli». È lecito quindi pensare che questo valga anche per i voli in ritardo soprattutto quando non è più attivo il servizio di treno e bus.

In realtà, all’uscita, i passeggeri in arrivo sono “accolti” da una persona non identificabile che si occupa della distribuzione del servizio taxi annunciando che il servizio di taxi sharing è attivo «fino alle 23, anzi alle 22» e che dopo quell’orario non è attivo (forse) per problemi di sicurezza. Avvisa anche che se non si accede al servizio, da lui controllato, si può sempre rimanere in aeroporto a trascorrere la notte.

Un tassista, che ha preferito conservare l’anonimato, mi spiega che i tassisti, muniti di regolare licenza, non hanno alcuna responsabilità e che, per loro, una corsa vale l’altra e non hanno quindi nessun interesse a non effettuare il servizio di taxi sharing ma questo è quello che sono costretti a fare. Ma chi è l’uomo che controlla l’accesso ai taxi? Un abusivo, racconta sempre il tassista, ma bisogna fare quello che dice lui e aggiunge che sono moltissimi gli abusivi, che sopravvivono proprio grazie a questo controllo illegale del lavoro. Vittime al pari degli utenti, i tassisti subiscono quindi vessazioni da personaggi che dovrebbero essere allontanati dall’aerea.

E tutto ciò accade sotto gli occhi di tutti, anche quelli, forse chiusi dato l’orario, del personale di polizia giudiziaria presente in aeroporto, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.

Chi gestisce, formalmente, il servizio di taxi sharing è noto, anche perchè indicato nel sito della Gesap, ma chi lo controlla? A che titolo?

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