Dopo la successione di Pignatone a Roma, si apre la corsa alla successione di Francesco Greco a capo della Procura di Milano.
Un altro ufficio giudiziario che è stato al centro delle cronache a causa di spaccature interne alla magistratura e indagini che non hanno risparmiato i magistrati milanesi.
Il 6 aprile la Quinta Commissione del Csm sarà chiamata a valutare il conferimento dell’ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica di Milano.
La rosa dei candidati è composta da:
Marcello Viola (votanti i consiglieri D’Amato e Ardita – astenuti i consiglieri Gigliotti e Lanzi);
Giuseppe Amato (votante il consigliere Ciambellini – astenuti i consiglieri Gigliotti e Lanzi);
Maurizio Romanelli (votante il consigliere Dal Moro – astenuti i consiglieri Gigliotti e Lanzi).
Mentre ancora non si sono spente le polemiche nate a causa del Palamaragate in merito alle nomine di magistrati a capo degli uffici giudiziari, in molti cominciano a chiedersi il Consiglio Superiore della Magistratura come affronterà questa nuova nomina che vede in corsa Marcello Viola – attuale Procuratore Generale di Firenze – la cui candidatura a Roma fu “silurata” a causa di fughe di notizie, nonostante Viola fosse vittima delle manovre per la nomina alla successione di Pignatone, tanto che lo stesso Csm lo definì “parte offesa rispetto alle macchinazioni o aspirazioni di altri”.
Una bruttissima storia che ha destato non poche perplessità, proprio nel momento in cui la magistratura si è trovata a dover affrontare una serie di scandali che hanno minato la fiducia dell’opinione pubblica nel Sistema Giustizia del nostro Paese.
Ancora una volta dipenderà dal Csm cercare di ricostruire quell’immagine della Giustizia che i recenti fatti hanno finito con il demolire.
Cosa faranno le correnti?
È questa la grande incognita.
Per molti il nome di Viola pare sia scomodo, un elemento di rottura rispetto la storia milanese, un “papa straniero”.
L’alternativa a Viola sarebbe quella di continuare a percorrere un solco tracciato da decenni, senza alcuna possibilità di cambiamento.
Una decisione che potrebbe portare a nuove polemiche seguite da eventuali ricorsi – come avvenne per Roma – in un clima ancora di maggiore sfiducia nei riguardi di quanti chiamati ad amministrare la giustizia.
In tal caso, Viola – in attesa dell’esito degli eventuali ricorsi – potrebbe accettare la nomina al vertice della Procura di Palermo, alla quale è anche candidato.
La parola finale, spetterà dunque al plenum, che dovrà quanto prima votare per il nuovo Procuratore di Milano.
Gian J. Morici
*
Potrebbero interessarti anche i seguenti articoli:
Palamaragate – L’obiettivo fu colpire Marcello Viola
Csm – L’unico che non è ricattabile è Viola Marcello!
Magistratura – “Alea iacta est!” Anzi, no, facciamo finta di niente (si vira su Viola)
Csm – Tra intrighi di palazzo, tradimenti e vendette personali (Alessia Sinatra e Luca Palamara)