Prima parte
- La narrazione filo Russa afferma che il progetto di ulteriore espansione della NATO avrebbe spinto Putin ad agire.
Quale è la sua opinione al riguardo?
Sul piano dell’interpretazione storica è quello che è avvenuto nella ricostruzione resa dalla propaganda russa e bielorussa (paese, quest’ultimo interamente vassallo della Russia).
Qualcuno ha tentato di opporsi a questa teoretica e abbiamo visto delle manifestazioni di eroismo da parte di giornalisti, addirittura di fronte a telecamere accese, sapendo quello a cui andavano incontro.
In Italia, non mi risulta sia stata dichiarata propaganda (alludo a quella di “Russia Today” e “Sputnik”) di un regime aggressore e che è in guerra.
Quello che si può dire sul cosiddetto accerchiamento da parte della NATO è desumibile dalla semplice visione di una cartina dell’Eurasia nella quale sia tracciato il confine sul quale la Russia di Putin sosteneva di essere accerchiata.
Su un paese geograficamente gigantesco, con un’entità territoriale che si estende dagli Urali al Pacifico, nel Mar Baltico, ma adesso anche nel Mar Mediterraneo – attraverso le sue basi in Siria – e anche nel Mar Nero che ormai controlla in grande maggioranza, su un perimetro di decine di migliaia di chilometri dei confini della Federazione Russa, così com’è adesso, il punto di accerchiamento da parte della NATO, nei confronti della Russia, è solo di circa 1300, forse 1500 chilometri.
La teoria dell’accerchiamento della NATO è vera nella misura di un cinquantesimo o un centesimo di quello che dice Putin.
L’Alleanza Atlantica è nata quando in Italia abbiamo avuto la presenza di un grande leader del liberalismo, della libertà, della dignità umana, dell’Occidente e dell’Europa, Luigi Einaudi.
In sei mesi difficilissimi per la politica italiana – perché il governo era un governo di coalizione con i comunisti i socialisti, con una presenza democristiana molto orientata a sinistra, forse con una dominanza neutralista ma con una grossa simpatia il mondo sovietico anche nel mondo cattolico – Einaudi riuscì, in quegli straordinari mesi (dall’autunno del 1948 alla firma del Patto Atlantico del 1949, a essere l’elemento determinante del posizionamento italiano fra Est e Ovest.
Una scelta – se si leggono le sue lettere all’ambasciatore Quaroni – che non riguarda la continuità degli interessi coloniali o gli interessi economici, ma una scelta guidata da un principio fondamentale: il principio della nostra libertà, della nostra indipendenza, della nostra sovranità.
La scelta non poteva che essere (come ancora oggi non può non essere) ad Ovest.
Non può che essere da quella parte dove la cultura, la cultura politica, i trattati, la Carta delle Nazioni Unite e la Carta Atlantica ci portano…
- Se questo è lo scenario in cosa trae sostanza la teoria sull’Alleanza Atlantica sostenuto da Putin?
È veramente risibile e profondamente offensivo – come tutte le cose che sta dicendo – oltraggioso per la memoria di tutte le vittime che sta provocando la sua furia neonazista di dominio in Europa e di espansione estremizzata di un’ideologia zarista che non si capisce quale sia, che cerca di far riemergere da una storia oramai antica.
- Qual è la parte offensiva e anche spregevole di questa teoria?
Quella di Putin che ha cercato di creare un’alleanza con Xi Jinping il 4 febbraio di quest’anno, in occasione delle Olimpiadi.
Lui è andato come Capo di Stato russo a partecipare a una Olimpiade dalla quale il suo paese era stato espulso per motivi abietti di altra natura, non quelli dell’invasione ucraina, ma altrettanto abbietti da un punto di vista sportivo ed etico.
Va lì e stringe con Xi Jinping quello che è stato definito da alcuni il Patto d’Acciaio del XXI secolo.
Tutti si ricordano cosa è stato il Patto d’Acciaio.
Il Patto d’Acciaio è stato la catastrofe del nostro Paese, la catastrofe dell’Europa, perché non era un Alleanza difensiva.
Le alleanze difensive possono avere i loro difetti, essere criticate, magari per l’utilizzo non proporzionato della forza, ma l’alleanza fra Putin e Xi Jinping è un’alleanza aggressiva.
Leggiamo le cinquemila parole di quel documento sottoscritto il 4 febbraio.
In queste cinquemila parole è esplicito come Hitler in “Mein Kampf”, come Stalin nei suoi scritti, e Lenin ancora di più.
Questi uomini hanno tutti scritto quello che avrebbero fatto e hanno realizzato tutte le cose più spaventose che i loro scritti anticipavano.
In queste cinquemila parole si vede che l’alleanza che hanno costituito è esattamente il contrario dell’Alleanza Atlantica che è un’alleanza difensiva, che è un’alleanza politica prima che essere militare, basata su valori condivisi di stato di diritto, di libertà, di rispetto della vita umana, di indipendenza e sovranità di ogni singolo Stato, all’interno dei propri confini riconosciuti dall’atto finale di Helsinki, soluzione pacifica delle controversie, collegamento alla Carta delle Nazioni Unite…
- Cosa dice il documento del 4 febbraio 2022?
Dice che Xi Jinping riconosce tutti gli obiettivi e sostiene – in tutti i modi possibili – l’alleanza e l’amicizia con la Russia che è assoluta e irrevocabile.
Ha riconosciuto tutte le rivendicazioni di Putin nei confronti della NATO e della Europa, anche con l’impossessamento e l’annessione illegale della Crimea – perché tale è stato dichiarato dalle Nazioni Unite, dai Consigli Europei e una grandissima parte della società internazionale – con l’alimentare il separatismo del Donbass e con l’invasione del Ucraina.
Tutti questi obiettivi che Putin ha manifestato a Xi Jinping, quest’ultimo li riconosce integralmente come fossero suoi.
Putin per converso riconosce tutto quello che Xi Jinping sostiene di dover fare in Asia. quindi, distruggere la democrazia di Hong Kong buttando nel cestino della carta straccia l’accordo della fine degli anni ‘90, riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Poi riconosce la militarizzazione del Mar della Cina – altra aggressione a tutti i paesi rivieraschi di quell’area centrale e orientale – che porta via con la forza militare migliaia di miglia marine di mare costiero e alto mare che la convenzione internazionale del diritto del mare riserva a sette, otto Stati, come il Vietnam, le Filippine, l’Indonesia, il Brunei… e decide di appropriarsi di questo immenso spazio economico, oltre che strategico, dell’altomare del Pacifico detto Mar della Cina (che è mare internazionale di questi Stati).
Putin riconosce e conferma che questa azione aggressiva è da lui sostenuta integralmente.
Tutto ciò non può reggere il paragone con l’alleanza politica e difensiva (NATO) che negli ultimi settanta anni di storia non ha mai attaccato nessuno.
La NATO ha notificato sempre – in base ai trattati firmati – tutte le manovre militari, sia di forze convenzionali che di forze strategiche e ha posto in essere una costante volontà di dialogo nei confronti della Russia attraverso la Costituzione del Consiglio NATO-Russia creato nel 1997 e attraverso degli accordi formali firmati dai Paesi Atlantici e dalla Federazione Russa che sono stati controfirmati dal Presidente Putin nel 2001 a Pratica di Mare.
Si ricorderà che in quei giorni si parlò della volontà della Russia di entrare nell’alleanza atlantica, cosa questa che – oggi – può sembrare un paradosso storico.
Putin si presentava, allora, alla NATO come un partner responsabile, ragionevole, pronto a superare gli anni del disastro creato dall’economia sovietica e tutto ciò grazie agli aiuti occidentali…
(Intervista a cura di Lorenzo Matassa e Gian J. Morici)