ROMA – Riesumato, ripulito, scrostato dalle ruggini del tempo, il “Tredici” torna a volare e tocca il milione. La cifra, tonda e simbolica, spiega agipronews, sarà messa in palio, nel concorso di questa settimana, dal nuovo Totocalcio, salvato dall’estinzione e riproposto da quest’anno in una nuova formula. Un restyling che sta dando frutti interessanti, considerato che le 160 mila colonne giocate nel primo concorso, il 4 gennaio, sono diventate la settimana scorsa 447 mila.
La nuova versione, studiata per rendere il gioco più duttile, prevede 8 partite obbligatorie e una rosa di gare opzionali, non solo italiane. A seconda dei gusti, si può puntare a indovinare da tre a undici partite, oppure puntare al bersaglio grosso: il Tredici, appunto, da costruire con gli otto eventi obbligatori e 5 scelti tra gli opzionali. E se nessuno li indovina tutti, la parte del montepremi non assegnata costituisce il Jackpot per il concorso successivo. Ed ecco il motivo per cui questa settimana un eventuale tredicista solitario porterebbe a casa più di un milione, per la prima volta dopo anni di vincite a dir poco anonime.
Chi ha buona memoria, può stabilire un parallelo non privo di suggestioni con il concorso del 31 dicembre 1977, quando per la prima volta, ricorda agipronews, il Tredici superò il miliardo di lire: per la precisione, un miliardo, centottantacinque milioni e centocinquantanove mila, frutto di una schedina da millequattrocento lire giocata a Milano, a pochi passi da Piazza del Duomo. L’anonimo scommettitore si garantì la vincita solitaria indovinando il risultato più sorprendente della giornata, lo 0-0 interno dell’Inter con il Pescara, ultimo in classifica. Ma il superamento del milliardo fu dovuto a un fatto “tecnico”: proprio da quel concorso era stata abolita la soprattassa che gravava sulla schedina, in favore delle popolazioni terremotate del Friuli. Se fosse rimasta, la vincita sarebbe stata “solo” di 983 milioni.
Sul gran colpo, i quotidiani fecero paginate intere, con rievocazioni storiche, ivi compresa la vicenda del minatore di Carbonia Giovanni Mannu, vincitore di 77 milioni (un’enormità) nel 1950 e ridotto poi (si diceva) sul lastrico da cattivi procacciatori di affari.Tempi irripetibili, ovviamente, ma chi giudicava anacronistico il rilancio del vecchio Totocalcio può cominciare a ricredersi: il Tredici, seppure in maniera meno fragorosa di una volta, può ancora cambiare la vita degli italiani.