A darne notizia è Italy Flash, che pubblica lo stralcio della nota della Questura di Caltanissetta che riguarda anche il poliziotto in questione.
“Il 10 maggio 2019 – riporta il sito – Antonello Montante veniva condannato, in primo grado, presso il Tribunale di Caltanissetta, per associazione a delinquere, corruzione ed accesso abusivo, per almeno 9 lunghi anni, al sistema informatico riservato del Ministero dell’Interno.
Mentre è in dirittura d’arrivo il processo d’appello sul cosiddetto ‘Sistema Montante‘, che si sta svolgendo sempre a Caltanissetta, davanti alla Corte presieduta da Andreina Occhipinti, apprendiamo che, stranamente, uno degli uomini della scorta di Graziella Luparello, del magistrato cioè che ha inflitto al Montante una pesante pena a 14 anni di reclusione, risulta essere stato, in un qualche modo, socio d’affari, tramite la moglie, dello stesso Montante quando, nel 2006, costituivano la società denominata “Antico torronificio nisseno“.
Da quanto si legge in una nota della Questura di Caltanissetta, risalente al 2015, trasmessa alla Procura nissena, Montante era anche solito entrare in affari con i poliziotti che lo scortavano, uno dei quali oggi pare che si stia occupando, come detto, della tutela del magistrato che lo ha condannato.
Leggendo la relazione relativa all’attività d’indagine, condotta proprio dalla stessa Questura che si occupa del servizio di scorta, assicurato al giudice che ha condannato Montante, si evince che, per lo meno in passato, si è registrata una sospetta confusione di ruoli, proprio da parte di quel poliziotto, la cui moglie, grazie alla sua intercessione, è stata socia in affari di Montante. Lo stesso poliziotto, lo ribadiamo, ora sarebbe diventato l’uomo di scorta del giudice che ha condannato il socio d’affari della moglie. Per una questione di opportunità riteniamo che, se così stanno le cose, l’attuale Questore di Caltanissetta ne dovrebbe prenderne atto per adottare gli opportuni provvedimenti”.
Fonte: Italy Flash