“Anche sul trono più alto del mondo, si sta seduti sul proprio culo” disse Michel De Montaigne, dimentico del fatto che quello del nuovo Re spesso prende il posto delle chiappe del padre.
Volendo parafrasare Humphrey Bogart, è il potere, bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente!
Il trono è quello della città che fu di Cesare, o per meglio dire quello della sua procura, mentre il Cesare al cui posto andrà l’erede designato, è l’ex procuratore capo Giuseppe Pignatone, la cui successione è stata oggetto di contestazioni sorte da fughe di notizie e magheggi giudiziari.
Stando a quanto pubblicato dalla giornalista Giulia Merlo sul quotidiano “Domani”, l’ex procuratore starebbe perdendo il suo potere e i suoi più stretti collaboratori cadono l’uno dopo l’altro sotto la mannaia dei giudici amministrativi.
A partire da Michele Prestipino, la cui nomina è stata bocciata dal Tar e poi dal Consiglio di Stato, per finire con la procuratrice aggiunta Ilaria Calò e Stefano Pesci, entrambi nell’orbita dell’astro della giustizia italiana.
Sarà vero?
In palese contraddizione con quanto affermato in procura – riportato dalla Merlo – che un conto era far parte di un sistema che vedeva nel magistrato più potente d’Italia l’uomo a cui essere vicini e fedeli, un altro è oggi che questa sua copertura non esiste più, l’articolo finisce con il prospettare una possibile successione in eredità a un pignatoniano.
“Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”. E tutto cambia per non cambiare nulla.
Mentre Prestipino svolge ancora le funzioni di procuratore capo, nonostante il Tar
e il Consiglio di Stato hanno dato ragione a Marcello Viola, procuratore in pectore fino a quando non fu silurato da una fuga di notizie che ne fece annullare, ingiustamente, la nomina, si attende l’esito del ricorso presentato anche dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi.
Cosa accadrà?
Secondo quanto prospettato con l’articolo a firma della Merli, il Csm che dovrebbe tornare a esaminare nuovamente i tre candidati (Prestipino, Viola e Lo Voi), potrebbe convergere su Lo Voi, evitando di confermare Prestipino in oltraggio alla decisione dei giudici del Consiglio di Stato, ed evitando al contempo la nomina di Viola che confermerebbe la bontà della scelta iniziale, prima che si montasse il caso Palamara e l’incontro all’hotel Champagne.
Per la giornalista, che dimentica quanto affermato da Palamara a proposito della nomina di Lo Voi alla procura di Palermo, lo stesso “sarebbe rimasto in questi mesi intoccato dalle vicende, dunque sarebbe il nome ideale per ripianare il conflitto”.
Anche Lo Voi, come si è detto fin dall’inizio, era tra gli eredi designati di Pignatone.
Un’altra ipotesi, già avanzata dallo stesso giornale in passato, sarebbe quella che Lo Voi prenda il posto di Cafiero de Raho alla procura nazionale antimafia – carica alla quale ambisce – lasciando libera la sede di Palermo, alla quale potrebbe andare Viola.
In questo caso, tolti i due candidati (Lo Voi e Viola) la procura capitolina potrebbe rimanere nelle mani di Prestipino.
Mentre Viola era l’unico candidato che non rappresentava la continuità con Pignatone, tanto Prestipino che Lo Voi ne sarebbero gli eredi naturali.
Se non è zuppa è pan bagnato, dicono i toscani.
Tornando a parafrasare Humphrey Bogart, e volendo smentire le dicerie in merito al fatto che l’ex procuratore starebbe perdendo il suo potere e i suoi più stretti collaboratori cadono l’uno dopo l’altro, potremmo dire, è il potere, bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente!
Gian J. Morici
Articoli correlati
Nomine magistrati – Le pentole, i pentoloni e la fiera dell’Est…
Nomina procuratore di Roma – Il Csm come il Marchese del Grillo?
Palamaragate – L’obiettivo fu colpire Marcello Viola
Csm – L’unico che non è ricattabile è Viola Marcello!
.
.
.