Roma. Utilizzare l’articolo 117 della Costituzione per federare i poteri delle regioni meridionali affinché il Recovery Plan non si trasformi nell’ennesima occasione perduta. Questo l’ambizioso progetto di MMF- Movimento Mezzogiorno Federato, che da oggi, 9 maggio 2021, diventa una nuova realtà del panorama politico italiano. Nato su iniziativa di Claudio Signorile, a cui hanno aderito un centinaio di personalità provenienti dal mondo imprenditoriale, politico, accademico e del volontariato, MMF si prefigge di “Unire i poteri senza bisogno di cambiare la costituzione”.
“Allo stato attuale – spiega Signorile, presidente di MMF – non ho avvertito la comprensione delle dimensioni e dell’urgenza del problema. Si continua a pensare che sia una cosa di tipo istituzionale, generica retorica, mentre è di grande ed importante urgenza”. “Il problema impellente – continua – è quello di federare i poteri delle regioni meridionali affinché si presentino compatte e con idee chiare quando si tratterà di dialogare con le istituzioni italiane ed europee, per sostenere i loro progetti. Il Mezzogiorno federato deve giocare un ruolo chiave nell’assegnazione dei fondi del recovery plan e deve essere protagonista ed interlocutore sia con il governo nazionale che con quello dell’Ue”. Tale obiettivo MMF lo persegue anche grazie ai rapporti con Animi (Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia) e Svimez (associazione privata senza fini di lucro, che include nel suo statuto lo scopo di promuovere lo studio delle condizioni economiche del Sud d’Italia).
“Queste due associazioni hanno sviluppato tale sistema per il sud, di cui noi facciamo parte, e lo hanno presentato in modo informale al Presidente Sergio Mattarella. Adesso – aggiunge Signorile – il vero problema è quello di mobilitare e di penetrare negli interessi del territorio. “Bisogna portare dentro tutta la forza di una realtà di 18 milioni di abitanti, mettere a punto progetti e sollecitare le coscienze e, bisogna assolutamente evitare che le proposte di riforme del mezzogiorno d’Italia non siano più indebolite dall’essere divise, isolate in velleitarie indicazioni anche di grandi progettualità”. Oggi più che mai dopo una pandemia “i cui effetti saranno devastanti se non si trovano degli strumenti adeguati di correzione”.