Nell’ambito di autonome attività d’iniziativa per il contrasto all’evasione e alle frodi fiscali – obiettivo prioritario della Guardia di Finanza – le Fiamme Gialle della Tenenza di Porto Recanati hanno portato a conclusione una complessa e articolata operazione di monitoraggio e controllo nei confronti di tutti i soggetti residenti/alloggiati nel condominio “Hotel House”, riscontrando un gran numero di irregolarità tributarie e non solo.
Come noto, il comprensorio multietnico denominato “Hotel House” costituisce un vero e proprio “microcosmo” con 480 appartamenti, posti su 17 piani, e una popolazione ufficiale di circa 1.200 persone (durante la stagione estiva il numero dei dimoranti ha talvolta raggiunto le 3.000 unità), per la quasi totalità di origine extracomunitaria, appartenenti a 22 nazionalità.
Negli anni detto contesto è stato oggetto di particolare attenzione da parte delle Forze di Polizia che, sotto il coordinamento della Prefettura di Macerata, hanno intrapreso molteplici attività di servizio dirette a garantire la legalità, nel senso più ampio del termine, sia al suo interno che nelle zone ad esso adiacenti.
In particolare, la Guardia di Finanza, oltre a concorrere nell’espletamento di servizi a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha posto costante attenzione operativa sul comprensorio svolgendo un gran numero di interventi in materia di: monitoraggio delle operazioni di trasferimento di valuta, contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla contraffazione dei marchi e all’abusivismo commerciale, tutela del “made in Italy” e sicurezza prodotti, di contrasto all’evasione fiscale nel settore delle locazioni immobiliari, al lavoro “nero” e, soprattutto, al cosiddetto “sommerso d’azienda”.
Ed è proprio con riguardo a quest’ultimo comparto che i finanzieri della Tenenza di Porto Recanati hanno concluso in questi giorni una complessa ed articolata attività di monitoraggio e controllo delle partite I.V.A. insistenti presso il complesso.
Nel dettaglio, le Fiamme Gialle recanatesi hanno posto sotto la lente d’ingrandimento ben 437 posizioni afferenti altrettante partite I.V.A., facendo emergere una serie ragguardevole di irregolarità, sia formali che sostanziali, maturate in un contesto – quello dell’”Hotel House” – caratterizzato da una significativa dinamicità dei flussi di arrivo e partenza di immigrati che, però, negli ultimi due anni ha subito un sostanziale rallentamento, verosimilmente proprio per effetto, anche, dei reiterati controlli messi in campo dal Corpo che, con un’azione costante, incisiva e capillare, ha indotto a regolarizzare molte di tali posizioni fiscali dei soggetti residenti/alloggiati presso il condominio in argomento e ha rimosso definitivamente situazioni di irregolarità, il tutto con un rilevante effetto deterrente che ha scoraggiato il reiterarsi di condotte illecite, quali la fittizia apertura di partite I.V.A. strumentali al conseguimento di benefici non spettanti, come, appunto, quello dell’ottenimento del permesso di soggiorno.
La verifica delle singole posizioni fiscali ha portato, in particolare, alla scoperta di n. 113 evasori totali (soggetti che non hanno mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi e/o dell’I.V.A., sottraendo a tassazione ricavi per circa 240.000 euro, con un’I.V.A. dovuta e non versata all’Erario di circa 50.000 euro), alla cessazione d’ufficio di n. 236 partite I.V.A. poiché di fatto totalmente inattive, al ricongiungimento del domicilio fiscale di n. 89 partite I.V.A. con l’effettivo luogo di esercizio dell’attività, alla denuncia alla competente A.G. di n. 3 persone per il reato di immigrazione clandestina e di n. 1 soggetto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Le operazioni ispettive hanno consentito di appurare che molte delle partite I.V.A. in essere presso l’”Hotel House” avevano ad oggetto l’esercizio del commercio ambulante, attività questa che per molti immigrati è tra quelle di più facile avvio in quanto non implica l’impiego di risorse finanziarie e/o disponibilità cospicue. Dai mirati controlli eseguiti poi su tali posizioni – anche su segnalazione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Macerata, a cui sono state richieste informazioni sui permessi di soggiorno rilasciati agli intestatari di dette partite I.V.A. – è emersa in taluni casi la totale inesistenza di qualsiasi attività e l’utilizzo strumentale della partita I.V.A. al solo fine di ottenere l’agognato permesso!
In altre circostanze, invece, non è stato possibile verificare se l’attività dichiarata fosse reale ovvero strumentale al rilascio del permesso di soggiorno, avendo i soggetti da tempo lasciato il territorio nazionale. Comunque, atteso che nella quasi totalità dei casi i cittadini stranieri hanno omesso di procedere alla cessazione della partita I.V.A., si è proceduto alla cancellazione della stessa per evidente inattività, ciò anche allo scopo di impedirne un qualsiasi utilizzo in eventuali future attività fraudolente.
Infine, in molti altri casi – per dare una parvenza di operatività alle partite I.V.A. accese, laddove ad esse non faceva seguito l’esercizio di alcuna attività lavorativa – sono state sì presentate le prescritte dichiarazioni annuali delle imposte, che però si sono rivelate meri atti formali in cui sono stati dichiarati redditi molto esigui – finalizzati a giustificare il sostentamento sul nostro territorio – ricompresi tra i 7.000 e i 10.000 euro, da cui sono scaturite imposte dovute, anch’esse esigue, che peraltro nella quasi totalità dei casi non sono state neanche versate.
La capillare attività eseguita dai Finanzieri della Tenenza di Porto Recanati ha contribuito, da un lato, ad azzerare quasi del tutto talune attività illecite nel tempo proliferate all’interno del complesso e sul territorio circostante e, dall’altro, a “normalizzare” la situazione dal punto di vista fiscale. Si è passati, infatti, da un numero di partite I.V.A. attive nel 2016 pari a 271 alle attuali 82, con una media di aperture annuali nell’ultimo quinquennio scesa da 48 (con un picco registrato nel 2017 di 97) a 5 del 2020.
Analogo calo si è registrato tra i cosiddetti evasori totali, laddove la percentuale media, rispetto alle partite I.V.A. attive, è scesa dal 90% circa (ultimo quinquennio) al 55% nel 2019 (ma su un numero decisamente minore di partite I.V.A. attive), con ulteriore decremento verificatosi nel 2020. Contestualmente, l’effetto di deterrenza dei controlli in corso ha determinato un sensibile aumento percentuale dei redditi dichiarati.
L’operazione conclusa dalle Fiamme Gialle di Porto Recanati testimonia la trasversalità dell’azione del Corpo che investe contemporaneamente più comparti operativi, con particolare riguardo alla lotta all’evasione e, soprattutto, alle frodi fiscali, che, come noto, costituisce un obiettivo prioritario della Guardia di Finanza, finalizzato non solo al recupero del gettito ma altresì alla tutela delle aziende sane e della loro potenzialità competitiva, soprattutto in un periodo delicato come quello attuale, caratterizzato da una grave crisi economica indotta dall’emergenza epidemiologica, che mette a rischio l’esistenza di molte attività, ulteriormente minacciata dalla presenza di soggetti che operano in maniera illecita.