“Il M5S dovrebbe farsi un’ analisi di coscienza prima di criticare. In questi giorni ho ricevuto critiche infondate nei post da parte di ex colleghi, ma siccome sembra parte di un attacco coordinato, preferisco fare chiarezza”.
Così dichiara l’On. FIORAMONTI (MISTO), già Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
“Vorrei ricordare a coloro che mi attaccano – prosegue FIORAMONTI – che io mi sono dimesso dalla mia posizione di Ministro dopo aver pubblicamente annunciato, già quando ero Viceministro nel Conte 1, che non avrei proseguito in quel ruolo se non fossero arrivati dei finanziamenti minimi che ritenevo necessari. Se non fossero stati d’accordo con me, allora i leader del MoVimento non mi avrebbero dovuto proporre come Ministro. La mia richiesta era doverosa e sacrosanta. Infatti, tutte le task force e gli analisti mi hanno dato ragione: quei finanziamenti servivano eccome, e avrebbero garantito una risposta migliore anche nei confronti dell’emergenza causata dal Covid”.
“Tali fondi – continua il deputato del Misto – erano nel programma elettorale del MoVimento 5 Stelle (troppo velocemente dimenticato), dove avevamo detto chiaramente che l’Istruzione e la Ricerca avrebbero ricevuto 15 miliardi (cinque volte di più dei 3 miliardi che chiedevo io).
Non investire un minimo mi sembrava un tradimento nei confronti degli elettori, dopo gli errori già commessi sulla questione Ilva, sulle nomine delle grandi aziende partecipate (con la conferma di dirigenti inquisiti e condannati), sulla vicenda di Regeni e della vendita di armi all’Egitto, e su tanti altri dossier, dove si è fatto l’opposto di quanto promesso in campagna elettorale”. “Ora tutte le contraddizioni stanno emergendo in modo dirompente, dalla poca democrazia interna alla strana relazione con un’azienda privata, che un giorno dice di essere un semplice consulente e il giorno dopo detta la linea politica”.