Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani ricorda con commozione la figura artistica e l’impegno civile dello scrittore Carlo Cassola, morto il 29 gennaio 1987. Sicuramente la statura letteraria dell’autore è nota ai più; quello che pochi conoscono è la passione umanitaria che lo animava e ne guidava i molteplici interventi a favore della nonviolenza e del disarmo. Soprattutto dagli anni Settanta in poi, Cassola, in diverse circostanze, con coraggio e lungimiranza individuava le cause della forte arretratezza di alcune aree del pianeta, le più estese in verità, e della provvisorietà della pace del mondo, compreso l’Occidente, nella dissennata corsa agli armamenti e nella produzione di infernali ordigni bellici.
Le sue parole suonano come una triste profezia rispetto agli squilibri internazionali (terrorismo, conflitti, dittature) di cui tutt’ora siamo spettatori e che furono determinati dall’infausta politica guerrafondaia, rigettata per brevi periodi (accordo Reagan – Gorbaciov) ma sostanzialmente mai accantonata veramente, che non conosce un termine reale.
“Noi disarmisti – scriveva – siamo accusati di essere sognatori fuori della realtà. Invece siamo i soli realisti. Gli altri, i sedicenti realisti, sono solo struzzi che hanno nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere le conseguenze scellerate della loro politica: l’imminente fine del mondo e l’attuale miseria del mondo”
Cassola credeva fideisticamente nel compito degli intellettuali in coerenza con i dettami del Neorealismo: “quando il mondo sta per saltare […] tocca agli scrittori dare l’allarme» (Cassola e il disarmo: intervista e testi, p. 11)
Pertanto aveva istituito una “Lega per il disarmo dell’Italia” (1977) perché convinto che solo l’immediata eliminazione degli strumenti di morte a livello globale potesse salvare la Terra.
”Basterebbe che un solo popolo si ribellasse al ricatto della difesa (e della sovranità armata degli Stati nazionali – ndr) per mettere in crisi il militarismo dappertutto. Patriotticamente mi auguro che questo popolo più intelligente degli altri sia il mio.” (C. Cassola, “La rivoluzione disarmista”)
Scrisse inoltre un saggio che costituisce il suo “testamento spirituale” “La rivoluzione disarmista” (1983) in cui afferma “L’utopia può diventare realtà solo mediante la rivoluzione. Un’evoluzione graduale e pacifica è impensabile: come può il male evolvere verso il bene?». E ancora: «Sono queste vecchie, stupide e malvagie istituzioni che ci portano alla rovina. Dobbiamo distruggerle prima che sia troppo tardi. Non bisogna distruggerle gradualmente (non ne avremmo il tempo) ma tutte d’un colpo. Occorre un taglio netto col passato. Questo taglio netto è appunto ciò che chiamiamo rivoluzione”.
La rivoluzione di cui parlava era appunto il disarmo; quanta sofferenza e sperpero di denaro è diretta conseguenza della corsa alle armi? Effettivamente la compravendita di armi è una triste piaga da cui non è esente il nostro Paese e l’Ue come attestano i 13,5 miliardi di spesa in sette anni per European Defence Fund (Edf) (5 miliardi), il Military Mobility (1,5 miliardi) e l’European Defence Fund (Edf) (7 miliardi); senza contare il moltiplicarsi delle licenze per il commercio italiano delle armi (44 miliardi di euro tra il 2015 e il 2020 su un totale di 98 miliardi autorizzati tra il 1990 e il 2020) (La spesa militare al tempo del Covid-19: così la pandemia aumenta le diseguaglianze, https://www.peacelink.it/disarmo/a/48199.html) .
Tali “prodotti” sono indirizzati verso nazioni impegnate in conflitti o dittature (Armi italiane nelle polveriere del mondo, https://www.greenpeace.org/italy/storia/12063/armi-italiane-nelle-polveriere-del-mondo-2/) fattore che se non dovrebbe allarmare per motivi etici, troppo spesso sacrificati agli interessi, dovrebbe inquietare per ragioni pratiche, perché il terrorismo integralista è stato sicuramente concausato da scelte politico – economiche inappropriate e ne paghiamo le conseguenze.
” Due cose sono certissime: 1) armi = guerra; se vogliamo evitare la guerra, dobbiamo distruggere le armi: non esiste una terza possibilità; 2) armi atomiche = fine del mondo. Vogliamo stare con le mani in mano ad aspettare che gli statisti facciano i loro calcoli sbagliati? (p.116). “È certo che, disarmato, il nostro Paese non sarebbe soltanto molto più prospero e civile: anche molto più sicuro” (Cassola, La rivoluzione disarmista, p. 136)
IL CNDDU propone di realizzare un maxi-percorso trasversale (Educazione civica, Diritto, Storia, Letteratura, Filosofia) incentrato sulle grandi personalità del nostro Novecento che costituiscono gli antesignani dei diritti civili (per esempio, Quasimodo, Discorso su Marti Luther King; Cassola, La rivoluzione disarmista; Calvino, La speculazione edilizia). Si invitano i docenti a inviare gli elaborati degli studenti relativi alla tematica, con relativa autorizzazione, (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com) da inserire nella sezione preposta nel nostro sito web. L’hashtag è #unascuolaperlapace.