E’ un’atmosfera insolita quella del Forum Internazionale “Diritto internazionale, diritto di accoglienza e dignità dei migranti”, organizzato – come ogni anno – dall’Accademia di Studi Mediterranei ma che stavolta si tiene in videoconferenza a causa delle restrizioni sanitarie in vigore. Ne abbiamo parlato con il presidente onorario dell’Accademia prof. Assuntina Gallo Afflitto.
“Questa pandemia – ha commentato la presidente onoraria dell’Accademia prof. Assuntina Gallo Afflitto – sarà questo lo spartiacque con il Novecento, così come la prima guerra mondiale segnò la fine dell’Ottocento, con la forte consapevolezza – come affermano saggiamente i sociologi – che con la pandemia l’umanità intera corre… il rischio della de-umanizzazione. Per questo è importante che i giovani tornino a scuola: Paul Claudel, in un tempo non molto lontano, nelle “Memorie improvvisate”, scrisse: “La chiave di un uomo si trova sempre negli altri: è il contatto del prossimo che ci illumina su noi stessi, e da questo contatto scaturisce la luce su noi stessi”. I mezzi tecnologici sono utili, ma sono inanimati e, proprio perché tali, non possono dare la possibilità del dialogo e del confronto vivo e immediato”.
Il Sesto Forum Internazionale “Diritto internazionale, diritto di accoglienza e dignità dei migranti” doveva svolgersi, com’è ormai tradizione, nella Sala conferenze di Casa Sanfilippo, in una atmosfera ovattata, dolce: sede ideale di un cerchio <<…… di bel sereno adorno…… >> reso luminoso dal dialogo culturale nel quale Relatori famosi per la loro posizione accademica o istituzionale e Alunni meravigliosi per compostezza e intelligenza, desiderosi di apprendere per poi riflettere e agire, realizzano il “Kalos”, che identifica i Greci, nostri progenitori e che si ritrova… nel nostro D.N.A.
– Perché tanta insistenza da parte dell’Accademia sull’argomento dei migranti?
“ Il fenomeno migratorio è stato un dato permanente, particolare nella storia dell’ “uomo”, è vero, ma in questa epoca confusionaria e tragica, la migrazione è divenuta globale dato che non sono rispettati i Diritti universali e sacri dell’Uomo. Ai tanti secolari motivi diversificati per cultura e tradizioni religiose della migrazione, voi certamente, avete appreso dai i mass-media che è rinato il problema del disastro umanitario dell’Armenia e del Nagorno Karabagh, che procura angoscia e dolore. Le immagini dei “migranti armeni” motivano il cuore e la mente, procurando, ancora una volta, perplessità e paura. Dobbiamo chiederci: quale potrà essere il futuro dell’Armenia, avamposto cristiano alle soglie di un mondo islamico aggressivo e determinato nella sua espansione ? Realtà terribile… quella dei genocidi ! Ma recentemente è sorto un altro fenomeno migratorio, legato a una problematica particolare: all’orizzonte sono apparsi i “profughi climatici”.
– Vogliamo chiarire meglio questo conceto?
“E’ importantissimo il caso del migrante Ioane Teitiota è originario delle isole Kiribati, arcipelago di 33 isole, il quale lascia la sua piccola isola Tarawa, perché la sua casa è stata travolta dalle onde dell’Oceano e chiede “asilo” in Nuova Zelanda. Ma la legge della Nuova Zelanda non contempla l’estensione dello status di profugo a chi fugge da catastrofi climatiche, quindi il “Dipartimento immigrazione” della Nuova Zelanda, decreta l’espulsione di Ioane Teitiota. Questi non si da per vinto e ricorre al “Comitato delle Nazioni Unite” il quale, valutate tutte le informazioni disponibili decreta che il degrado ambientale può danneggiare il benessere di qualsiasi individuo e portare a una violazione del suo diritto alla vita, stabilisce quindi nuovi standard per facilitare il successo delle future richieste di <<asilo>>, legate al cambiamento climatico. Tale decreto, è stato quasi ignorato dagli europei, forse a causa del Covid-19, ma voi capite che è rivoluzionario Posso preannunciare che l’Accademia per il settimo Forum internazionale proporrà alla Vostra attenzione la tematica “Clima, migrazioni, accoglienza”.
– L’Accademia si rivolge soprattuto alle generazioni più giovani…
“ASi… essi devono sapere che il creato è stato sconvolto dall’uomo: disboscamenti, incendi boschivi, paurose emissioni di anidride carbonica e tante altri devastanti determinazioni volute, realizzate soltanto per malsana cupidigia di ricchezze illecite hanno determinato il cambiamento climatico. Le conseguenze sono catastrofiche. Diceva spesso il Santo Padre Paolo VI: “Si parla tanto dei giovani, ma non si parla ai giovani”. Io umilmente dico ad essi formati nella “conoscenza” che è diventata “coscienza” dell’attuale preoccupante ora storica che… stiamo vivendo: Continuate a seguire con amore i dettami, il modo di agire della vostra coetanea Greta Thunberg, riflettete sulla attività operosa, generosa dell’africana Premio Nobel per la pace 2004, Wangari Muta Maathai, sensibilissima ai problemi della natura, per avere <<vallate sempre verdi / foreste ombrose crescere dai monti / Case nel verde / che respirino cielo pulito>> e, senza retorica rumoreggiante, prendendo vera coscienza che in ogni uomo c’è tutto l’umano destino, dico a voi giovani: insegnate agli adulti, prima che sia troppo tardi, che non servono <<satelliti spia>> per non fare scattare la guerra, ma gridare a gran voce: “Non più Pearl Harbor, Nagasaki, Hiroshima, non più disumano sfruttamento dei piccoli, quindi non più tanti, tanti… Iqbal uccisi, non più Auschwitz, non più fosse ardeatine, non più foibe>>. Vi dico anche: tenete, per favore, in mente le parole di Benedetto Croce che, per una salute universale e sociale si richiede: <<… Non solo un proporzionato ma un superiore avanzamento dell’intelletto, dell’immaginazione, della fede morale, dello spirito religioso, in una parola, dell’animo>>.
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