16 Ottobre 2024
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6 thoughts on “Castelvetrano – Torna in servizio l’appuntato scelto Giuseppe Barcellona

  1. L’appuntato scelto Barcellona, siamo sicuri, è innocente delle cose di cui lo si accusa. Ma l’articolo di Gian J. Morici è penoso in quanto si rivela per quello che è. Il rovescio della stessa medaglia di disinformazione di quelli che lo avevano già condannato. Lui, Gian J. Morici, invece, lo ha già assolto. Tutti condannano o assolvono a proprio piacere. Aspettare che si concludano le indagini e i processi no? Deprecabili sia quelli che condannano che quelli che assolvono. Un articolo di cui, se fossi l’autore, mi vergognerei. Non è molto professionale né intelligente per un giornalista scambiare la decisione dei “vertici dell’Arma” di reintegrare in servizio l’appuntato Barcellona, con una sentenza. Quelli che l’hanno arrestato sono dei carabinieri. Ma non sono questi ultimi né “i vertici dell’arma” che giudicano e condannano o assolvono. È quanto meno ridicolo che si dia la colpa di tutto ai giornali, che non hanno fatto nient’altro che dare una notizia, piuttosto che ai carabinieri che l’hanno arrestato. D’altronde chi ha il coraggio di parlar male dei carabinieri? Più facile dare la colpa ai giornali come se l’avessero arrestato loro. Dare la colpa dell’arresto da parte dei carabinieri ai giornali, dare il merito ai vertici dell’Arma per la reintegrazione di Barcellona e assimilarla a una assoluzione. Intellettualmente vergognoso.

  2. Gent.mo Sig. Franco La Rocca,
    devo purtroppo darle ragione sul fatto di dovermi vergognare ma non per quello che ho scritto bensì per dovermi confrontare con lei che evidentemente poco comprende quel che legge.
    Non ho scritto da nessuna parte che Barcellona sia stato assolto e ho anche precisato che è in attesa di giudizio. Mi sono limitato a evidenziare come l’appuntato sia stato reintegrato in servizio, nonostante sia ancora in attesa di giudizio.
    Un altro aspetto riguarda la mia mancanza di coraggio nell’attribuire la responsabilità ai carabinieri che l’hanno arrestato, dimostrando così la sua ignoranza in materia, poiché i carabinieri eseguono un’ordinanza di custodia cautelare emessa da altra autorità. La colpa data ai giornalisti, sta nell’aver definito i tre arrestati “talpe di Matteo Messina Denaro”. Sarei curioso di sapere in quali atti d’indagine o emessi dall’autorità giudiziaria ha letto che gli imputati sono talpe, fiancheggiatori o collusi del boss. Se vuole, posso dirglielo io che ho letto i documenti: Da nessuna parte, infuori che nei titoli dei giornali!
    Veda Caro Sig. La Rocca, se lei avesse avuto il coraggio di cui mi accusa di mancare, anziché scaricare la responsabilità dell’esecuzione di un’ordinanza di misure cautelari in carcere sui carabinieri, si sarebbe chiesto chi quell’ordinanza aveva emesso. Del resto, non sarebbe difficile fare una breve ricerca per “scoprire” in quanti altri casi, per gli stessi presunti reati, nessuno aveva ritenuto fosse necessaria una misura cautelare in carcere.
    Non conosco a sua professione, ma così come lei ha fatto riguardo la mia intelligenza, non posso non farle notare che non è molto intelligente scrivere un commento senza analizzare in maniera critica la determinazione a far rientrare Barcellona in servizio.
    Evidentemente, secondo lei, che pur dichiara di esser certo dell’innocenza di Barcellona, il suo reintegro sarebbe avvenuto pur nel caso di dubbi sull’eventuale complicità con Matteo Messina Denaro. Qualsiasi persona intellettivamente normodotata, avrebbe escluso tale possibilità. Vorrei ricordarle che per molto, ma molto meno, altri appartenenti alle Forze dell’Ordine hanno avuto difficoltà al rientro in servizio nonostante fossero stati assolti dalle accuse mosse.
    Vado adesso a un altro aspetto della vicenda, che riguarda l’eventuale condanna (non ho assolto Barcellona e ho anche precisato che il processo è ancora in corso).
    Un pm, Gaetano De Bari, che avrebbe rivelato indagine a un docente dell’Università di Bari, ha riportato una condanna a 4 mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione):
    https://www.ansa.it/puglia/notizie/2019/12/09/rivelazione-segreto-condannato-pm-bari_92b6c2cc-e0c5-4c4d-bf4a-63f73c3166c8.html
    Il sostituto procuratore di Catanzaro, Paolo Petrolo, riportò una condanna a a 4 mesi di reclusione (pena sospesa), per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio:
    https://www.corrieredellacalabria.it/cronaca/item/44549-rivelazione-di-segreti-d-ufficio-condannato-pm-di-catanzaro/
    L’ex procuratore aggiunto della Dda di Palermo fu condannata a 40 giorni (pena sospesa) con l’accusa di “rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale” (se non ricordo male successivamente assolta):
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/08/rivelazione-di-segreto-pm-principato-condannata-unico-errore-della-mia-lunga-carriera-ma-faro-appello/5095145/
    Rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico, condannato Deidda
    L’ex procuratore generale di Firenze, Beniamino Deidda, riportò una condanna a 6 mesi (pena sospesa) per rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico:
    http://www.firenzetoday.it/cronaca/rivelazione-segreto-ufficio-accesso-abusivo-sistema-informatico-condannato-deidda.html
    Adesso, lei che è coraggioso e intellettualmente onesto, si chieda e illustri a noi poveri ignoranti di scarsa intelligenza, le ragioni di un arresto, la detenzione in carcere dell’indagato, il perché della definizione di “talpe di M.M.D.” data dalla stampa. Nel caso le mancasse il coraggio, glielo spiego io in due parole: Palamara docet! Ovvero, una stampa troppo spesso prona, disposta a pubblicare veline e, fantasiosamente, ingigantendone i contenuti, pur di mantenere saldo il rapporto con le procure.
    Io l’onestà intellettuale di scrivere ciò che penso, ce l’ho. Sulla sua stendiamo un velo, se aggettivato o meno lo decida lei stesso.
    Cordialmente
    Gian J. Morici

  3. Ottimo articolo. Come spesso leggo su questo sito, dove si evince sempre assoluta imparzialità nell’analisi dei fatti senza ingerenze da parte di pubblici ministeri di carriera dediti a spartirsi poltrone e potere . Palamara e company, gli autisti di magistratopoli e giornalistopoli oramai sono stati scoperti e chi corre ancora in loro difesa o è colluso o coglione.

  4. I collusi quantomeno ne traggono beneficio… purtroppo,per loro, i più non sono collusi e con i loro comportamenti continueranno sempre a essere servi senza alcun ritorno…
    G.J.

  5. Operazione Talpe? Una buffonata (…) è evidente. Non c’è bisogno di essere Sherlock Holmes per capirlo. E senza tanti giri di parole penso che questi Magistrati che hanno impiantato questo assurdo procedimento giudiziario (…) la latitanza del criminale, spietato e assassino Messina Denaro.

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