Tutti noi abbiamo letto o sentito parlare di Homo erectus, di Homo habilis, di Homo sapiens. Termini utilizzati per classificare gli stadi evolutivi dell’uomo. L’essere umano, come tutte le altre specie viventi, nel tempo subisce dei mutamenti. Fautore dei principi della teoria dell’evoluzione, legata alla selezione naturale che agisce su popolazioni composte da individui tutti diversi, fu Charles Darwin.
Le difficoltà di poter osservare direttamente l’evoluzione di una specie, per la quale a volte occorrono tempi geologici, ha fatto sì che concentrassimo la nostra attenzione all’osservazione di organismi che si riproducono e mutano rapidamente, come i batteri, distraendoci dal genere al quale apparteniamo, l’Homo.
Con il passare del tempo, abbiamo legato il concetto di evoluzione al progresso, quasi che si trattasse del perfezionamento di una macchina. Un’idea errata che non teneva conto delle dinamiche selettive e dell’adattamento della specie all’ambiente che lo circonda, ma che se analizzato bene, senza cercare quell’idea di miglioramento che attribuiamo alla parola progresso, ci porta ad accorgerci di come proprio il progresso scientifico e tecnologico sia uno dei fattori ambientali che nel giro di pochi decenni ha portato per la prima volta alla nascita di una sottospecie dell’Homo sapiens: l’Homo stultus.
L’Homo stultus nasce dunque dal progresso scientifico e tecnologico che ha creato l’humus adatto per il mutamento della specie: i social network, da cui il termine meno scientifico di “Social-cretino”.
Il Social-cretino difficilmente è in grado si partorire una propria idea. Si alimenta di “fake news”, spesso appositamente progettate da menti appartenenti alla specie originaria per indirizzare l’opinione pubblica per i propri fini politici, imprenditoriali ecc.
Ingredienti principali della sua alimentazione, sono il sensazionalismo e gli slogan.
Il Social-cretino, dunque, segue le proprie paranoie e pregiudizi, nutrendosi delle falsità confezionate che incontrano i suoi gusti intellettivi, con assoluta mancanza di verifiche e di analisi. Il piatto della propaganda, è una pietanza che come ingrediente non ha le opinioni, seppure a volte discutibili, ma l’informazione manipolata da quei politici che in questo modo riescono a condizionare l’elettorato, grazie a sistemi tecnologici in grado di rilanciare automaticamente migliaia di volte la falsa notizia destinata all’alimentazione del Social-cretino, che a sua volta, dopo averla elaborata, la espelle sul proprio profilo, creando così una catena alimentare della quale fanno parte gli individui appartenenti a un gruppo secondario: i suoi follower!
Il Social-cretino più attivo nella condivisione delle falsità, spesso appartiene a un gruppo che sta ancora al disotto del gruppo secondario. È l’ultimo anello della catena, quello che dopo essersi abbondantemente nutrito di fake news, al momento di espellerle non trova altri commensali se non sé stesso.
Egli appartiene a una categoria, che potremmo definire di tifosi, che si sono fatti un’idea calcistica non soltanto della politica, ma finanche di tutte le discipline giuridiche, economiche e scientifiche. Confondono l’astronomia con l’astrologia, le statistiche con il pensiero filosofico di Platone (pur non avendolo mai studiato) il virus, quale entità biologica, con un malware ecc, ma non avendo alcun ruolo, né capacità, dal momento in cui gli si dovesse far notare l’infondatezza di quanto affermato, risponderà che non è tenuto ad accertare la veridicità del fatto in questione, che quello è ciò che lui pensa, che così è, punto e basta.
A differenza di quanto erroneamente affermato talvolta da alcuni divulgatori scientifici, in merito al fatto che l’evoluzione umana nei paesi più sviluppati si sarebbe fermata poichè i livelli di benessere avrebbero annullato la necessità di una lotta per la sopravvivenza, l’uomo sta continuando ad evolversi. Specie in quelle società nelle quali la lotta per la sopravvivenza è stata soppiantata dalla lotta politica con qualunque mezzo. L’Homo stultus è la prova di come finché l’ambiente intorno a noi continuerà a mutare, anche il genere umano continuerà a farlo… e forse non nel migliore dei modi…
Gian J. Morici