La notizia della “soluzione” (speriamo che sia proprio tale) della quasi bancarotta della Banca Popolare di Bari, è “scoppiata” quasi contemporaneamente a quella della soluzione del caso.
Sono venuti fuori un miliardo di euro (o forse 900 milioni) chi sa da dove. Ed è stato deciso che, invece di chiuderla la Banca di Bari diventerà la Banca d’affari del Sud. Qualche eco di “tensione” è venuta a cose fatte (o date per fatte). Ma può darsi che si tratti di una verità solo presunta. Da tempo si sapeva che quella banca era nei guai. Ma non sembrava che fosse un problema politico.
Che è successo? Grillini, Piddini, Leghisti, hanno deciso di fare i bravi bambini?
Eravamo così abituati alle barricate tra Cinquestelle e P.D. che il fatto ci allarma e ci insospettisce.
C’è qualche motivo che spinge gli uni e gli altri a non fiatare, anzi, a parlare con compiacimento della crisi di quella banca solo a soluzione trovata?
Di Maio c’è mancato poco che prorompesse in un “evviva”! Storico. Quella crisi della banca sembra sia una benedizione di Dio. Il Sud avrà la sua grande banca e soldi, soldi, crediti agli imprenditori. E, poi, questo è (ma nessuno lo dice) un primo passo verso il ritorno alle “partecipazioni statali” dell’Italia anni ’60.
Quello che è più strano non è tanto la velocità rispetto alle notizie della crisi, dell’accordo, della soluzione. E’ la capacità di non fare parola di quanto avveniva a Bari, di non tirarlo fuori invocando i precedenti di Siena, Arezzo etc.
A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
Non mi piace di pensare male, ma non riesco a “pensare bene” e quindi qualche buona probabilità di azzeccarci ce l’ho.
Si direbbe che, nella bancarotta, come ed assai più che in quelle di Siena, Arezzo etc., a Bari, ci fossero dentro tutti fino al collo. Magari pure le “sardine”.
Non dico altro, se no qualcuno mi accusa di volere che questi signori litighino a tutti i costi. Cosa inutile. Non gliene mancheranno, mai comunque, altri motivi.
Vedrete.
Mauro Mellini
16.12.2019
Quando manca l’ispirazione ma bisogna pur passare il tempo si scrive un articolo come questo.
P.s. ma quando si finirà di citare la banalità andreottiana?