Atmosfera da “Porta a Porta” questa mattina a Roma nel Centro Congressi di Confcommercio, dove è stato presentato il Rapporto sul Gioco Pubblico di Acadi (l’associazione che riunisce i principali concessionari del settore). Da una parte, Bruno Vespa in veste di moderatore, dall’altra alcuni politici di maggioranza e opposizione. Serrato e interessante soprattutto il botta e risposta tra il conduttore e il sottosegretario del Mef Pier Paolo Baretta, che di tutti i politici è quello più coinvolto nelle tematiche dei giochi, per i quali ha avuto la delega nei Governi Renzi e Gentiloni. Vespa, riporta Agipronews, ha stuzzicato il sottosegretario sulla possibilità che il Governo trovi un accordo sulla riforma del gioco, e la risposta non è mancata: Baretta, che nei giorni scorsi aveva fatto muro sull’argomento, non avendo ancora la delega nell’esecutivo in carica, stavolta ha aperto scenari inediti: «Qualche anno fa avevamo avviato un percorso di riforma dei giochi, approdato ad un accordo preso fra Stato ed Enti locali in Conferenza Unificata. Quel percorso per vari motivi non siamo riusciti a completarlo. A mio giudizio ora è il momento di riprenderlo e posso dire che l’opinione generale nell’ambito del Governo è quella di ripartire da lì». L’accordo citato parlava di riduzione graduale dell’offerta e di distribuzione ragionata dei punti di gioco: questo vuole dire che i Cinque Stelle sul gioco sono disposti ad abbandonare la linea dura? La risposta è sorprendente: «Devo dire che in queste settimane abbiamo ragionato sul modo di procedere e mi sembra che le posizioni del M5S siano un po’ cambiate. il Governo è convinto che ora si possa arrivare davvero a una riforma». Vespa ha incalzato anche sulla tendenza delle regioni a legiferare in maniera autonoma, creando barriere fortissime agli operatori dei giochi: «In effetti il rapporto con gli enti locali è un punto non risolto – ha risposto il sottosegretario – Le regioni negli ultimi due anni hanno seguito politiche contraddittorie. Alcuni hanno inasprito le regole sui giochi, altre, come la Puglia, hanno fatto parziali retromarce dopo una serie di riflessioni. Uno dei punti delicati è quello delle distanze. Un’applicazione delle distanze come quella fatta in Piemonte, che ha praticamente espulso il gioco legale, dà una risposta negativa al problema della ludopatia». Nella precedente esperienza di Governo, ricorda Agipronews, Baretta è stato il massimo fautore di una riduzione graduale delle slot, passate da oltre 400 cento mila a 250 mila. «Era una misura concepita per ridurre l’offerta senza favorire l’illegalità. Se poi accanto a queste misure le Regioni ne mettono altre che di fatto impediscono l’offerta, l’obiettivo di combattere l’illegalità diventa impossibile».