E non poteva essere diversamente. Stiamo parlando dell’ennesima diffida per un articolo apparso su questo sito in data 8 agosto 2019.
Questa volta la vicenda riguarda un comunicato del prof. Antonello Nicosia, Direttore – OIDU – Osservatorio internazionale dei diritti umani e Componente Comitato Nazione Radicali Italiani.
Ci scrive l’avv. Filippo Giangrasso, in nome e per conto della società “La Baia del Caicco”, in merito a quanto affermato dal Professor Nicosia nell’articolo “Il caicco che deturpa l’area marina protetta delle Egadi“.
Il diritto di replica, oltre che sancito dalla normativa, appare come un diritto da far valere da parte di chiunque veda lesa la propria immagine. Purtroppo, il legale difensore della società di cui sopra, più che far valere un diritto della propria assistita, pare voglia far passare la logica del diktat di chi ricorre allo strumento della querela mortificando la dignità e persino il diritto d’informazione.
“Le contestazione – scrive infatti l’avvocato – vengono rivolte solo dal Vostro giornale e da altro soggetto, tale prof. Antonello Nicosia, che non si conosce e che non si comprende quali attività investigative e scientifiche abbia svolto per rendersi autore di simili affermazioni, da Voi avallate con la pubblicazione dell’articolo. Sia tale soggetto che il Vostro giornale verrete denunciati alla competente Autorità Giudiziaria e si provvederà a richiedere esemplare risarcimento del danno.”
Ma cosa aveva scritto di tanto grave il professor Nicosia, da far sì che si possa chiedere un “esemplare risarcimento del danno”?
Nicosia aveva evidenziato come a causa della carenza di posti barca a vi sia chi ormeggia con le ancore strappando la poseidonia presente nel fondale del porto di Favignana. È opportuno ricordare come si tratti di area marina protetta delle Egadi.
Fatto salvo che quanto mostrato a penzolare dalla cubia (alloggiamento dell’ancora) dell’imbarcazione non sia un’enorme lattuga o fascio di prezzemolo (giuro di non averne mai visti di così grandi) non comprendiamo come nell’articolo sia stata indicata una realtà falsa e frutto di pura invenzione e fantasia, così come riportato nella diffida da parte dell’avvocato Filippo Giangrasso.
Abbiamo dunque chiesto lumi al “tale prof. Antonello Nicosia”.
La risposta:
“Parto dal presupposto che rivolgersi al proprio interlocutore appellandolo come quel “tale”, sia un gesto da emeriti irrispettosi. Il rispetto della persona in quanto tale al primo posto. Senza considerare quale sia la mia carriera da “tale”, quale siano stati i miei studi e il mio impegno civile. Parli con coscienza dei fatti, si informi, sradichi ogni angolo della sua ignoranza e attinga alla fonte della conoscenza. Conoscenza non vuol dire per forza istruzione ma intelligenza di informarsi prima di dar fiato alla bocca, per rispetto di sé stessi e per non fare tali ‘magre figure’.
Pertanto informiamo e rassicuriamo l’avv. Giangrasso, probabilmente poco esperto di riserve marine e delle rispettive norme che le regolano, che l’osservatorio ha utilizzato le esaustive immagini che ritraggono poseidonia verde strappata nei fondali della riserva, per porre all’ attenzione dell’autorità competente le dannose manovre effettuate dal capitano del Caicco. Per questa ragione saremo noi a costituirci parte civile al procedimento che speriamo si avvii al più presto, senza alcuna attenuante per l’amministratore della società che, seppur proveniente dal centro montano della Sicilia, dovrebbe conoscere le regole del mare e del protetto arcipelago delle Egadi.
Al tale Avvocato anticipiamo che l’osservatorio chiederà alle autorità il divieto di navigazione del Caicco, al fine di evitare qualsivoglia reiterazione. Nei suoi riguardi, non mancherà la segnalazione all’ordine degli avvocati, nel rispetto di chi, il proprio lavoro lo svolge con coscienza e attenzione.
Tale Prof. Antonello Nicosia
Caro prof. Saputello, come si evince dalla foto… L’ancora che contiene “ il prezzemolo” è quella fuori dall ‘acqua, mentre come ben si nota dalla foto è l’altra ancora che è immersa nel fondale. Inoltre le segnalo che qualora non L avesse notato, in questo periodo attraccano decine di imbarcazioni che non sono in possesso della Baia del caicco. Pertanto giudico il suo articolo poco corretto e di attacco specifico e mirato alla società.
Caro Signor Davide (Miletti?) come ben afferma l’ancora che contiene “ il prezzemolo” (nota dell’editore, non mia) è quella fuori dall’acqua, mentre come ben si nota dalla foto è l’altra ancora che è immersa nel fondale.
Orbene, mentre è ovvio che la poseidonia visibile nella cubia è stata strappata dall’ancora che si trova nel suo alloggio – se fosse ancora immersa non sarebbe visibile – non posso che ringraziarla per aver fatto notare anche ai lettori (noi l’avevamo già notato) come l’altra ancora sia immersa nel fondale.
Particolare non di poco conto, visto che la contestazione nasce proprio dal fatto che in quell’area marittima l’ormeggio dovrebbe avvenire secondo prescrizioni
Nel ringraziarla per avermi voluto dar conferma della violazione delle prescrizioni di cui alla norma, le giungano graditi i miei più cordiali saluti.
Prof. Dott. Antonello Nicosia
P.s. In bocca al lupo