A intervenire sulle vicende che riguardano l’Istituto palermitano che opera nel settore della Vigilanza Privata, l’ Unione Sindacale di Base che a firma del suo Dirigente, Aldo Mucci, ha chiesto un incontro urgente al Prefetto di Agrigento, Dario Caputo, evidenziando le gravi difficoltà che attraversano i dipendenti della G.S.I. a causa del mancato pagamento degli stipendi arretrati da mesi e di alcune “anomalie” che riguardano la gestione dei servizi, anche in merito alle autorizzazioni rilasciate all’azienda.
“I lavoratori addetti alla vigilanza, vengono utilizzati presso strutture non autorizzate da codesta Prefettura – si legge nella nota stampa – la stessa (azienda – ndr) non ha corrisposto ai lavoratori le mensilità relative ai mesi di Settembre Ottobre Novembre Dicembre 2018, e non avendo inoltre rinnovato i contratti ai lavoratori aventi diritto alle retribuzioni di cui sopra, ha provveduto all’assunzione di nuovi lavoratori, i quali a nostro avviso riceveranno lo stesso trattamento”.
La vicenda che riguarda le nuove assunzioni ha del paradossale, visto che la G.S.I., pur essendo in arretrato nel pagamento degli stipendi ai lavoratori ai quali non ha rinnovato il contratto, avrebbe corrisposto l’acconto sullo stipendio del mese di Novembre ai nuovi assunti. Aspetti che certamente meritano maggiori attenzioni da parte degli organi preposti ai controlli, visto che non si comprende secondo quali criteri possano avvenire discriminazioni tra i dipendenti di una stessa società, ai quali è riservata una diversa modalità di trattamento economico.
“Nel ritenere l’azienda responsabile di una serie di gravi violazioni amministrative quali l’omissione di comunicazioni, l’impiego di guardie giurate in modo non conforme al Testo unico della legge di pubblica sicurezza – si legge nella nota dell’USB – si chiede un incontro urgente”.
Agli ex dipendenti della G.S.I., non resta che sperare nell’intervento del Prefetto di Agrigento, dal quale dipenderanno anche eventuali provvedimenti relativi alle gravi violazioni poste in essere dall’Istituto di vigilanza palermitano.
Hanno sempre fatto questa manfrina,dal primo di aprile del 2012. Per questo oltre 30 gpg hanno dato le dimissioni per giusta causa dopo aver denunciato tutto allispettoratorio del lavoro ma la prefettura si è sempre girata dall’altro lato.
Dimenticavo di dire che c’è gente che ancora combatte in tribunale per avere stipendi del 2012
Nessuno vede che queste petsone si dimettono per giusta causa? Dal 2012 al 2018 sono passati 6 anni e questi lavorano ancora così? Speriamo che questa volta il prefetto di agrigento li faccia smettere
Forse perchè non hanno mai fatto un’azione seguita da un decreto ingiuntivo a coloro i quali, stando a questo articolo https://www.tp24.it/2018/06/27/cronaca/aeroporti-pantelleria-lampedusa-indagini-metronotte-ditalia-sicurgem/122107 sembra siano i rappresentanti di fatto di questa società. “L’indagine, coordinata dal pm Francesca Mazzocco – riporta l’articolo – è contro ignoti ed è condotta dalla Guardia di Finanza, alla quale si è rivolto l’avvocato Giovanni Di Trapani, legale di Serradifalco. La «persona offesa» sostiene infatti di essere danneggiata dal comportamento del Consorzio Sicurgem, il cui rappresentante legale è Daniele Scrimali, ma i cui rappresentanti di fatto sarebbero Antonio e Giuseppe Domino“. Mi chiedo per quale motivo esista un rappresentante legale e dei rappresentanti che, stando al giornale, lo sarebbero di fatto senza comparire. Se di fatto sono i signori Domino, per quale motivo ufficialmente compare il signor Daniele Scrimali? A questo proposito, sarebbe importante verificare chi siano i veri proprietari dell’azienda, cosa che non sarebbe difficile per inquirenti – visto che pare ci sarebbe un’indagine in corso – sentendo a sommarie informazioni testimoniali i dipendenti della vigilanza, i responsabili della stessa (capi servizio, “Comandanti” etc) gli eventuali sindaci revisori della società, il consulente fiscale e i dipendenti amministrativi. Per quanto di mia conoscenza, stando a quanto riferitomi da GPG e Security della GSI, il titolare sarebbe il signor Antonio Domino, tanto che il signor Michele Lo Bello, indicato quale “Comandante” per le provincie di Agrigento e Caltanissetta, lo avrebbe presentato come tale ai nuovi assunti. Dinanzi la Polizia Giudiziaria e successivamente dinanzi al Giudice, i testi difficilmente potrebbero prestare falsa testimonianza…
Credo proprio che i “testi”non aspettino altro che essere sentiti visto i trattamenti subiti da questi due………non lo dico.
L’articolo di TP24.it, fa riferimento a un’indagine della Gdf su una possibile interruzione di pubblico servizio, mentre l’avvocato Di Trapani ipotizza una malversazione. Nell’uno e/o nell’altro caso – a prescindere dai fatti più recenti che, comunque, non possono essere ignorati – non si può fare a meno di identificare gli eventuali responsabili. Se dovesse emergere una responsabilità penale attribuibile all’operato del Consorzio Sicurgem, anche in questo caso andrebbero verificate eventuali responsabilità di soggetti terzi che non compaiono ufficialmente tra i responsabili della società. A quel punto, si dovrebbero sentire i “testi” (sia quelli che non aspettano altro che quelli che preferirebbero non essere escussi) che potrebbero mettere la parola fine a questo giallo su veri e presunti proprietari dell’azienda. Anche sotto questo profilo la GdF potrebbe avere interesse ad approfondire questa vicenda, quantomeno per capire a cosa, e perchè, è dovuta la confusione che esiste tra rappresentanti legali (Daniele Scrimali) e quelli che il giornale in questione definisce rappresentanti di fatto (Antonio e Giuseppe Domino). Diceva Montesquieu che la giustizia ritardata è giustizia negata, ma val la pena di ricordare pure quello che sosteneva George Bernard Shaw: “La giustizia è sempre giustizia, anche se è fatta sempre in ritardo e, alla fine, è fatta solo per sbaglio”.
Sig. Morici, con tutte le prove che lei elenca e dopo l’articolo di TP24, perché ancora nessuno va a fondo in questa storia? Cosa si sta aspettando? Pietro2 dice di testimoni che non aspettano altro che di essere sentiti. È giusto che qualcuno li convochi ma perché non vanno loro a denunciare spontaneamente quello che sanno? Speriamo che il prefetto di Agrigento faccia chiarezza come è successo per fatti di altre società anche molto grosse.