Continua il botta e risposta fra il Senatore Lello Ciampolillo (M5s) che ha “adottato” un albero “malato” di Xylella (nel tentativo di sottrarlo alla scure impietosa degli abbattitori) e gli sfegatati assertori delle politiche di eradicazione coatta.
Sul suo profilo Fb si legge:
“Il mese scorso con i colleghi Cunial e De Bonis abbiamo depositato una denuncia sulla Xylella, allegando una serie di studi scientifici che dimostrano l’inutilità del taglio degli ulivi. Questa sera il Sig. Spagnoletti Zeuli, portavoce dei gilet arancioni, ci ha definito santoni negazionisti. Sempre per il Sig. Spagnoletti Zeuli anche i magistrati che hanno disposto il sequestro di un ulivo a Monopoli lo sarebbero. Il presidente di confagricoltura Michele Lacenere ha dichiarato di volermi denunciare per il mancato abbattimento dell’albero di Cisternino.
Noi cerchiamo la verità in difesa degli ulivi di Puglia. Il Sig. Spagnoletti Zeuli e i suoi amici della politica probabilmente sperano solo di mettere le mani su 150 milioni di soldi pubblici”.
Per il Senatore gli alberi si possono curare.
Del resto, uno studio condotto dai ricercatori dell’ ISPA (Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari) del CNR per valutare l’attività in vitro di componenti antimicrobici contro il pericoloso batterio, ha svelato che alcuni composti fungini (oggetto di ulteriori ricerche) possono essere utili nella prevenzione e cura delle piante affette dalla sindrome del declino rapido.
La ricerca è stata pubblicata a fine dicembre 2017 e diffusa nel marzo 2018, ma evidentemente il Ministro Martina non ha avuto modo di leggerla, tanto che ha presentato nello stesso periodo un decreto che prevedeva l’eradicazione di tutti i secolari presenti nel raggio di 100 metri da alberi infetti.
In aggiunta, il decreto spingeva all’uso di pericolosissimi diserbanti quali Acetamiprid e Imidacloroprid, molecole che oltre ad avere serie ripercussioni sulla biodiversità degli insetti impollinatori, sono considerate potenti neurotossici e pertanto bandite dall’Unione Europa ad aprile 2018.
Se l’onorevole Ciampolillo si mostra sensibile alle questioni ambientali e crede fortemente nella possibilità di curare gli alberi malati, il Presidente di Confagricoltura Bari Michele Lacenere viaggia in direzione ostinata e contraria “Ci preoccupa molto il sequestro dell’ulivo infetto a Monopoli da parte della Procura di Bari, un atto probabilmente provocato da un esposto. Di certo non è una buona notizia, evidentemente quanto accaduto in Salento non ha insegnato nulla.
Pur rispettando il lavoro dei magistrati, che ovviamente sono chiamati ad intervenire seguendo l’attuale, normativa, non possiamo non sottolineare, ancora una volta, che dovrebbe essere la scienza a parlare. Le eradicazioni rappresentano lo strumento per evitare che il batterio avanzi ancora come ha fatto negli ultimi tre anni, arrivando sino a Monopoli. Sacrificare un albero infetto significa dare la possibilità a miglaia di altri ulivi di continuare a fare la storia della Puglia, dell’olivicoltura pugliese. Diversamente, lasciare il batterio libero di fare strada significherà la fine di questa storia. L’espansione della Xylella non aspetta i tempi delle indagini preliminari, di eventuali processi o di ricorsi al Tar. Ecco perché anche dal punto di vista legislativo, occorre un intervento immediato del governo e del parlamento che dia gli strumenti normativi necessari ad accelerare le eradicazioni. Oggi duemila persone a Monopoli hanno detto basta ai complottisti e negazionisti, e hanno detto sì alla scienza, alla tutela del paesaggio e della nostra economia e produttività.
Così come stiamo facendo per il parlamentare Ciampolillo, responsabile del mancato abbattimento dell’albero di Cisternino, valuteremo la possibilità di procedere giudizialmente contro l’autore dello sciagurato esposto che ha dato origine al sequestro e contro tutti coloro che ostacoleranno, d’ora in poi, la corretta attuazione delle pratiche anti Xylella”.
Ad occhio e croce, a fronte delle ultime ricerche, sorgono dei dubbi ragionevoli circa la “purezza” di intenzioni della Regione Puglia e degli avidi speculatori che gravitano attorno a ciò che porta soldi.
Sembrerrbbe pertanto che a minare la nostra salute siano maggiormente le Istituzioni che non la microbiologia.
Quest’ultima ci insegna infatti, è la ricerca sembra andare nella stessa direzione, che l’attività patogena si può contrastare coltivando forme fermentative antagoniste ai patogeni che tendono a prevalere e a ridurre la biodiversità delle comunità batteriche.