Lo scorso 15 novembre dieci senatori del Movimento 5 stelle non hanno partecipato al voto sul Decreto Genova.
Cinque di essi hanno sostanzialmente rivendicato il loro disappunto sul Condono Ischia previsto dall’articolo 25.
Oltre a Gregorio De Falco e Paola Nugnis, che già avevano “alzato la testa” avversando il decreto Sicurezza, si sono aggiunti altri senatori.
Tra gli assenti: Vittoria Bogo Deledda, Michele Giarrusso, assente per malattia, il tarantino Mario Turco, che interpellato da Adnkronos ha dichiarato “Un dolore lancinante alla schiena mi ha impedito di essere presente in Aula”, altrimenti avrei votato a favore del decreto. Fino a quando ho potuto ho votato. Il dolore non mi ha permesso di completare la seduta” e Luigi Di Marzio che ha affermato “Mi trovo costretto a spiegare che per fatti personali oggi non ero presente in Aula. Risulto, infatti, in congedo: se fossi stato presente avrei votato convintamente il decreto emergenze. Mi auguro, con questo chiarimento, Nessuna notizia è arrivata circa l’assenza di Cinzia Leone, parlamentare eletta in Sicilia.
Caso a parte per Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis.
Le motivazioni addotte dai due?
I “disobbedienti” Lello Ciampolillo e Saverio de Bonis si sono giustificati spiegando “Mentre in Senato si votava il condono di Ischia e lo sversamento di fanghi velenosi nel suolo agricolo, noi abbiamo preferito andare al Fatebenefratelli a donare il sangue. Chi ha promosso questi provvedimenti, violando i valori fondanti e i principi etici del M5s, dovrebbe almeno chiedere scusa”.
“Un testo così non potevamo votarlo per due contenuti in esso” prosegue De Bonis “Il condono di Ischia e soprattutto l’articolo 41 che prevede di sversare nei terreni agricoli fanghi con un elevato livello di contaminanti”. “Misura inaccettabile” continua De Bonis “perché avvelena per legge le terre del sud a vantaggio delle aziende lombarde”.
De Bonis conclude “ Se fossimo andati in Aula avremmo dovuto votare contro ed avremmo danneggiato i cittadini di Genova”.
“Grave” la scelta di non votare, secondo il capogruppo M5s Stefano Patuanelli che declama: “Ci sono delle regole di gruppo che vanno rispettate e come capogruppo, chiedo di rispettarle. Però è ovvio che un voto mancato a questo provvedimento così come un voto mancato alla fiducia, ha una potenza diversa ché un provvedimento con meno impatto sui cittadini. Per noi la gravità sta nel fatto che si è messo a repentaglio un decreto che dà risposte ai cittadini”.
L’avvio dell’istruttoria contro i “dissidenti” spetterà adesso al Collegio dei Probiviri, che li giudicherà attraverso l’articolo 11 del codice etico del M5S.
Non tutti saranno colpiti dalla scure dei boia.
E’ il caso di Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis, che già avevano manifestato il loro dissenso sul condono di Ischia (in osservanza delle primigenie linee ambientaliste del Movimento): “In Commissione svelato l’inganno”, avevano detto, “il governo si oppone all’emendamento 25.201 (già 25.25 testo 2) sul silenzio rifiuto. Decorsi sei mesi, quindi, tutte le pratiche si potranno intendere accettate. Il decreto Ischia in realtà sarà un gigantesco condono edilizio. Un condono ‘ad insulam’“.
De Bonis sostiene di non aver ricevuto comunicazioni in tal senso. “Non c’è di mezzo la fiducia”.
Ciampolillo e De Bonis la fiducia al decreto sicurezza l’avevano infatti votata senza batter ciglio.
Cosa accadrà adesso?
Simona Mazza