Quando al potere di una città grande, complicata, difficile, va una banda di presuntuosi e arroganti il risultato non può che essere disastroso.
Perché il presuntuoso commette tutti gli errori degli altri, ma pensa di essere nel giusto. Non impara dall’esperienza, anzi.
Le porte in faccia servono solo a fargli credere che ci sia qualcuno che complotta contro di lui.
Prendiamo il caso di spelacchio, l’orrendo e morto alberto di natale che lo scorso anno pose Roma su tutte le prime pagine dei media mondiali, e che ad un certo punto fu sostituito da una specie di animale che doveva essere una lupa ma alla fine era un incrocio tra un orso e un velociraptor.
Orbene, quest’anno qualcuno nella junta ha pensato che forse era il caso di fare la gara con un po’ di anticipo, perché pare che se la fai a novembre per dicembre poi le cose vanno a schifio.
Però ecco, non ce l’hanno fatta. Non ce la possono proprio fare a usare il cervello.
D’altronde gran parte di quelli messi nelle posizioni di comando, a partire dai municipi, il cervello l’ha smarrito da piccolo e non l’ha più ritrovato.
Fanno la gara, e siccome il comune non c’ha una lira (però per aumentare lo stipendio ai fratelli doc i soldi ci sono), chiede cortesemente se esista qualche imprenditore o benefattore di posto a mettere i soldi per l’albero.
Niente di male, lo fanno tutti. Quindi i romani l’anno prossimo avranno un bellissimo alberto di natale, arredato con gusto, magari con la scritta “Laura Biagiotti”, oppure “Valentino” oppure “Felice natale da Nutella”?
E no. Manco per niente.
Perché chi vuole pagare l’albero, non avrà diritto allo sfruttamento commerciale di questa donazione, ma avrà tutta la riconoscenza del comune.
Non sto scherzando, leggetevi il bando.
Ah sì dimenticavo: la riconoscenza e una targa.
Grande quanto? Messa dove?
Ah beh, neanche questo è chiaro, ma se leggete le FAQ e le incredibili, fantastiche risposte del Comune, saprete che è una targa. Non si preoccupi chi decide di mettere centomila euro.
Quindi ricapitoliamo: io metto cento sacchi, non ho diritto allo sfruttamento commerciale, però poi mi aspetto gratitudine dal Comune.
Che so, tipo la gratitudine che hanno dato a uno facendogli fare il presidente dell’ACEA, per esempio.
Aridatece Signorello.
Rodocarda