Da anni, da tanti anni, ho stigmatizzato un certo modo di fare “giornalismo”, dal quale non sono certo avulsi anche i contesti locali. Accanto a seri professionisti dell’informazione non mancano infatti i soggetti che hanno utilizzato l’informazione a proprio uso e consumo, violando, se non le leggi, i principi morali che ogni operatore del settore dovrebbe rispettare, in nome di quel diritto-dovere che ha nei confronti dei suoi lettori.
Purtroppo, la cronaca più recente, compreso qualche inchiesta agrigentina, ci offre uno spaccato del mondo dell’informazione che non rende sicuramente onore alla categoria. Aspetti certamente ancora da chiarire e rispetto i quali resta la speranza che quanto riportato negli atti giudiziari possa essere smentito dai diretti interessati, a salvaguardia della propria onorabilità e di quella dei tanti che lavorano seriamente e onestamente senza prestarsi a vendere la propria opera e il proprio intelletto al miglior offerente.
Squallide storie di un diffuso malcostume (e forse anche di malaffare, tanto da aver indotto qualche procura a inserire nomi di giornalisti tra gli indagati) che erano già emerse nel 2009, quando portai Eric Valmir, giornalista di RadioFrance, a un incontro tra giornalisti, nel corso del quale la “qualità degli interventi” fu tale da indurre il giornalista francese a dirmi che era adirato con me, convinto del fatto che lo avessi fatto partecipare a un summit di mafia…
Rassicurai Eric presentandogli qualcuno dei presenti, indicandolo come suo collega. Vi risparmio la risposta…
Nel non lontano 2015, stanco e schifato di un certo modo di fare informazione da parte di taluni soggetti, avevo deciso di non interessarmi più di quello che riguardava la mia città e, vivendo a Parigi, più in generale delle vicende siciliane
Ma come disinteressarsi con tutto quello che sta accadendo? Dopo la vicenda che riguarda l’indagine su “Girgenti Acque” e che vede coinvolti anche alcuni rappresentanti della stampa locale, l’ultima, in ordine di tempo ma non di importanza, a gettare ombre sull’operato di alcuni giornalisti, è quella riferita al caso Montante, l’ex presidente di Sicindustria arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine.
Già nei giorni scorsi – proprio in merito al caso Montante – avevo scritto come si rendesse necessaria una seria valutazione sul rituale servilismo di taluni giornalisti che ha indotto i potenti di turno a ritenere che l’abituale meretricio di questi andrebbe generalizzato alla totalità della categoria. Soggetti senza scrupoli – stando a quanto si evince dagli atti giudiziari – che avrebbero utilizzato a loro piacimento gli organi stampa indirizzandone l’attività in favore o in danno di imprese o singoli soggetti. A volte anche suggerendo anche appositi dossieraggi.
A pubblicare l’Informativa della squadra mobile di Caltanissetta, relativo al mondo dell’informazione, è SITe.it che – per dovere di cronaca – ha deciso di rendere noti “tutti i nomi delle testate e dei colleghi coinvolti, anche per dare l’opportunità a chi si sente chiamato in causa ingiustamente di potersi difendere”.
L’Informativa con tutti i nomi dei giornalisti, è scaricabile sia sul sito SITe.it che scaricando qui il documento relativo ai giornalisti coinvolti nel caso Montante.
Gian J. Morici