“Finalmente si inizia a squarciare il velo d’ipocrisia di un’antimafia di facciata dietro la quale si celava un sistema di intrighi di potere volto ad asservire ad interessi privati le istituzioni.”
Ad affermarlo, Giuseppe Ciminnisi, responsabile nazionale dei familiari delle vittime di mafia dell’associazione “I Cittadini contro le mafie e la corruzione”, riferendosi all’arresto di Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di esponenti delle forze dell’ordine.
“L’arresto di Montante, purtroppo, vede coinvolti esponenti delle forze dell’ordine, i cui comportamenti contestati dalla magistratura, rischiano di minare seriamente il rapporto di fiducia che deve esistere tra i cittadini e le istituzioni. È proprio nel momento in cui – prosegue Ciminnisi – le indagini più recenti hanno finito con il riguardare i piani alti della politica, del movimento antimafia, dell’imprenditoria, delle forze dell’ordine ma anche della stessa magistratura, che sento la necessità di invitare quanti ancora credono nei principi di legalità che ci hanno visti uniti nel corso degli anni, a non demordere e a prendere le distanze da tutti quei soggetti ai quali con troppa facilità è stata consegnata la patente di “antimafiosi doc”, mentre erano in realtà intranei a sistemi di favori e privilegi che nulla hanno a che spartire con quanti hanno pagato con il proprio sangue o con quello dei propri cari la lotta alla mafia.
A nome mio e di tutti coloro che rappresento, voglio dunque esprimere gratitudine ai magistrati e agli appartenenti alle forze dell’ordine che, incuranti delle icone sacre di quest’antimafia che non ha ragione di esistere, stanno coraggiosamente indagando quella zona grigia che solo fino a poco tempo fa era impensabile potesse essere messa sotto accusa.”