I rifiuti in mare e lungo le coste rappresentano oggi un problema di interesse globale, questo tipo di inquinamento preoccupa tutti i governi dei paesi che si trovano lungo le coste; è oramai assodato che alcuni di questi rifiuti (come le Microplastiche) sono entrati nella catena alimentare, per cui è obbligatorio agire, sia per preservare la salute pubblica, ma anche per salvaguardare l’integrità dell’ecosistema marino. Questo genere di rifiuti hanno assunto il nome di Marine Litter e la loro invasione è oramai inevitabile; è sicuramente uno dei tanti effetti collaterali legati all’era del consumismo nella quale viviamo, dato che per anni si è abusato di materiali persistenti come la plastica che è il materiale di origine antropica di maggior presenza in mare. Infatti, il mare è saturo di materiali che nulla centrano con la sua natura, alcuni di essi, vengono depositati lungo la costa, generando una serie di disagi (ambientale, estetico, turistico ecc.), è ovvio che la situazione è ormai insostenibile. Quello di cui parliamo è un problema di natura Transfrontaliero, ciò vuol dire che non guarda i confini delle nazioni in cui tali rifiuti vengono prodotti, dispersi, abbandonati: i Marine Litter invadono posti molto lontani dai luoghi di immissione.
Per poter porre rimedio a questo tipo di problema non basta l’attenzione dei governi, ma c’è bisogno di un cambiamento drastico nello stile di vita troppo consumistico, frenetico e poco attento alle esigenze di salvaguardia e conservazione ambientale. Le origini dei rifiuti di natura antropica che generalmente vengono rinvenuti lungo la costa sono delle più disparate ed inimmaginabili provenienze: ittica, agricola, turistica, sanitaria, domestica, industriale, insomma se vogliamo dirla in breve; c’è traccia in mare di qualsiasi attività umana esistente. Il paradosso è che nonostante l’epoca, l’istruzione e gli istantanei mezzi di comunicazione esistenti, ancora oggi, non riusciamo a bloccare alla fonte il proliferare di rifiuti e il loro allontanamento incontrollato nell’ambiente, anzi, la direzione che il modo economico “e quindi la società” ha preso è esattamente opposta a quella necessaria. Oggi l’attenzione verso questo problema non basta più, c’è bisogno di azioni concrete, che partano dalla correzione delle normali abitudini sociali, fino ad arrivare all’estensione della responsabilità di tutte le attività economiche e commerciali “il produttore di un qualsiasi bene non si preoccupa della quantità di rifiuti che esso genererà una volta trasferito lo stesso ad un altro soggetto, anzi, cercherà di trasferirgli una quantità sempre maggiore di rifiuti ad esso annessi”. I rifiuti sono uno scarto tra ciò che produciamo e ciò che consumiamo, è chiaro che questo scarto ha preso il sopravvento sull’ambiente nel quale viviamo; infatti, la responsabilità è da attribuire sia a chi produce che a chi consuma. Tutti devono assumersi le responsabilità e agire affinché si possano correggere quelle che sono le “forse inconsapevoli” errate abitudini fin ora protratte.
Dott. Angelo Valente