Ci siamo svegliati tutti con l’incubo del bombardamento in Siria da parte di Usa, Regno Unito e Francia. Da giorni plana l’ombra dei venti di guerra. Da giorni USA e Russia mostrano i muscoli. L’arrivo della flotta cinese in Siria al fianco di quella russa è passato pressoché sotto silenzio eppure non è un segnale da poco.
La May al fianco di Trump è quanto di più scontato. Il Presidente francese Macron ha voluto far la voce grossa. Pugno di ferro all’estero come nelle questioni interne. Ad ogni presidente, americano o francese che sia, la sua guerra, non può mancare in curriculum, giammai. Vogliamo non sfoggiare le forze militari?
E mentre tutta la mattina si è stati incollati alle informazioni temendo il peggio, ecco gli annunci. La Francia ha lanciato per la prima volta 12 missili navali da crociera MnCD. Ha inviato inoltre cinque Rafale, quattro Mirage 2000-5 e due aerei di sorveglianza aerea Awacs. I Rafale hanno sganciato 9 missili Scalp. Compito dei francesi: concentrarsi su due siti presso Homs, uno di produzione e l’altro di stoccaggio di armi chimiche.
Le armi chimiche appunto, quelle che Assad ha sganciato sulla propria popolazione a più riprese e non solo il 7 aprile scorso su Douma.
La domanda che sorge ora, mentre i tre alleati si congratulano per la “Missione compiuta” è: “Ma nel 2013 le armi chimiche di Assad erano meno pericolose? Non erano state distrutte?”. No! I siriani stanno vivendo l’inferno da almeno 7 anni.
Il raid è stato efficace? Probabilmente no. Israele guarda perplesso visto che la maggior parte dei commenti israeliani, che ora vivono altri problemi tra Gaza e i droni armati iraniani, hanno sottolineato che poiché la Russia è stata avvisata in anticipo del raid, ha fatto a tempo ad avvertire Assad ed i siti di stoccaggio sarebbero stati svuotati. Anche la Francia comincia, a qualche ora dall’intervento, ad confermare questa versione.
E ora che tutti hanno mostrato i muscoli? Tutti ad un tavolo delle trattative? Regime siriano, Russia, Cina, Francia, Regno Unito… E l’Onu? L’ONU riunita a posteriori il che consente a Putin di lanciare sanzioni al posto di missili. Putin che ha sempre protetto Assad.
A poche ore dal raid si parla di azione diplomatica ma gira già voce di cyber attacchi da parte della Russia.
Ed i siriani vivono tra le macerie. Probabilmente non sanno neanche più da chi arrivano le bombe.
La guerra è guerra non è Risiko. Non è un gioco in cui si rimettono i carri armati nella scatola che si ripone. Non resta che aspettare i prossimi giorni e sperare che il popolo siriano possa ricominciare a vivere… un giorno…
Luisa Pace