Che la Sicilia sia terra di grandi latitanti, non è certo una novità. Totò Riina fu latitante per 24 anni e anche Matteo Messina Denaro ha raggiunto lo stesso traguardo e – in considerazione del fatto che è tutt’ora latitante -sembra destinato a superarlo. La palma della latitanza, spetta invece al defunto boss Bernardo Provenzano, il quale con i suoi 43 anni vissuti perennemente in fuga, stabilì un record.
Ma se questa è la lunga latitanza dei boss di mafia, in Sicilia, una latitanza ancor più lunga è quella delle istituzioni. Difficile quantificarne gli anni, i decenni, forse i secoli. Quello che appare certo, il fatto che in molte vicende isolane a proposito di tante figure istituzionali o di vari organi di controllo, potremmo scrivere: non pervenuti!
Nei giorni scorsi, con l’articolo dal titolo “T.U.A. – Agrigento e le tre scimmiette”, avevamo assegnato al sindaco della città dei templi la scimmietta “Iwazaru”, quella che non parla. Potremmo andare avanti così, assegnando scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano, ad ognuno dei soggetti preposti ad effettuare controlli in merito alla gestione dei trasporti urbani nella città di Agrigento. Ma forse è arrivato il momento di smettere con gli articoli più o meno ironici e affrontare diversamente questa ennesima grottesca vicenda che riconferma il trend negativo della totale, colpevole e complice latitanza delle istituzioni.
Chi è che sia più inadempiente, più latitante, non spetta a noi deciderlo. Non v’è dubbio che lo stato di efficienza degli autobus urbani dell’azienda Trasporti Urbani Agrigento, così come da contratto, è soggetta a controllo da parte del Comune. A giudicare dalle condizioni dei mezzi e dalle modalità con le quali vengono svolti taluni servizi, c’è da supporre che tali controlli non siano stati effettuati per come si dovrebbe. Non si spiega diversamente come un autobus con il parabrezza anteriore visibilmente lesionato sia tutt’ora in funzione; come le spie luminose degli autobus della T.U.A. in servizio segnalino più di un’avaria; non si spiega diversamente il fatto che nonostante dal marzo 2010 l’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana, per la linea Agrigento – Montaperto – Giardina Gallotti, avesse evidenziato la necessità dell’ausilio del doppi agente, ai fini di assistenza all’autista viste le difficili condizioni di manovra nel centro urbano, nessuno si sia mai premurato di accertare l’avvenuto rispetto delle prescrizioni.
Così era nel 2010 e così è tutt’ora. Difficile ipotizzare che le strade si siano allargate o che i balconi si siano sollevati di qualche metro. Cosa ne è stato di quelle prescrizioni? Chi ha effettuato i controlli? L’unico recente intervento da parte del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, è la richiesta di un incontro con tutte le forze sociali operanti sul territorio, per affrontare la problematica dei recenti licenziamenti di personale T.U.A. disposti, peraltro, a ridosso delle festività natalizie, per evidenziare come la problematica abbia oramai assunto profili di rilevanza sociale non indifferenti.
Eppure, con una lettera del segretario della CGIL di Agrigento, Massimo Raso, inviata all’Ispettorato provinciale del Lavoro, alla Procura della Repubblica, e per conoscenza all’Assessore Regionale alle Infrastrutture e Trasporti ed al Sindaco di Agrigento, anche quest’ultimo veniva portato a conoscenza del fatto che “il trasporto urbano ad Agrigento si caratterizza per enormi deficienze di funzionamento, uno scadimento del servizio sia qualitativo che quantitativo” elencando una serie di disfunzioni meritevoli di maggiori attenzioni, quali le rischiose manovre a Montaperto e Giardina Gallotti, il salto delle corse in alcune zone della città di Agrigento, l’inefficienza del parco macchine.
Sotto tutti questi aspetti, possiamo solo registrare: Sindaco non pervenuto!
Non meno grave quanto sta accadendo all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Agrigento, dove per il prossimo 29 dicembre, in riferimento ai licenziamenti dei dipendenti della T.U.A. è stato convocato un tavolo tecnico, al quale sono state invitate le forze sindacali, il sindaco, la Direzione Provinciale del Lavoro e l’azienda di trasporto urbano della città dei templi, per dare seguito alle richieste avanzate inerenti contestazioni e inadempienze della T.U.A.
Appare evidente come contrariamente al nome, “Ispettorato”, nessun atto ispettivo sia stato prodotto dal suddetto ufficio, nonostante l’esposto della CGIL facesse riferimento al fatto che “il Personale Viaggiante, aggirando tutte le normative sulla sicurezza stradale, è costretto, di fatto, a fare doppi turni con oltre 15 ore di guida per sopperire la mancanza di operatori” e che “tale condizione di eccessivo carico di lavoro non è un fatto nuovo poiché alle mancanze di oggi su sommano quelle precedenti del personale di esercizio andato in pensione e mai sostituito”.
A completare un presunto quadro di irregolarità perseguibili da parte dell’Ispettorato, l’utilizzo di autisti a volte in turni antimeridiani nei servizi urbani, che vengono poi impegnati nella stessa giornata nei turni interregionali contravvenendo alla normativa Europea 562/2006.
Nell’esposto si evidenzia inoltre che “viene utilizzato personale di altre Società del medesimo gruppo con procedure di dubbia legittimità.”
Tutti aspetti che dovrebbero dare luogo ad accertamenti ed eventuali sanzioni e che, invece, vengono ignorati dall’Organo in indirizzo che dà l’impressione di aver scelto una linea politica di mediazione.
Potremmo assegnare una scimmietta, quella che non vede o quella che non sente. O, ancora una volta, quella che non parla. Potremmo scrivere a “Chi l’ha visto” chiedendo lumi sulle attività ispettive dell’ufficio in questione.
Notiamo invece con grande disappunto come la città si trovi costretta a prendere atto della completa, incomprensibile, oltraggiosa e offensiva latitanza delle istituzioni, che si rifiutano di intervenire.
Un intervento che appare doveroso, tanto più che con l’esposto inoltrato anche alla Procura della Repubblica di Agrigento si chiedeva agli organi in indirizzo “di attivare quanto nelle Vostre competenze per riportare entro condizioni di accettabilità e legalità la situazione“.
Legalità? Inaccettabile non vi pare? Ma questa è Agrigento, dove nulla è paradossale. Se la declaratoria non è un provvedimento sanzionatorio della latitanza, ma uno strumento processuale, nel nostro caso la latitanza potrebbe assumere il volto delle tre scimmiette per garantire l’impunità…
Gian J. Morici