Prendiamo atto che dopo il nostro articolo dal titolo “Agrigento – Nove dipendenti licenziati dalla T.U.A.”, si è assistito a qualche piccolo cambiamento.
Non ci riferiamo a un’inversione di rotta in merito ai licenziamenti, ai quali anzi ne va aggiunto almeno un altro, quanto alla possibile perdita di lavoro da parte dei dentisti agrigentini, visto che al personale viaggiante dell’azienda Trasporti Urbani Agrigento (T.U.A.) è stata fornita la pinza foratrice per annullare i ticket dei passeggeri.
Un cambiamento non di poco conto, considerato che solo fino a un paio di giorni addietro la stessa operazione avveniva strappando il titolo di viaggio. Un’immagine da terzo mondo indegna per la città che per tre anni consecutivi ha ospitato il “Google Camp”.
Per fortuna degli abitanti – e soprattutto dei politici – della misera cittaduzza – così come Pirandello la definì – i ceo di Ebay, Snapchat e Uber e vip come David Beckham, Andrea Bocelli, Alicia Keys e altri (si dice che siano stati visti anche la regina di Giordania Rania, John Elkann e consorte, anche se all’interno della Valle dei Templi il riserbo è stato massimo) certamente non hanno varcato i confini della Valle, né tantomeno fatto ricorso ai mezzi pubblici per i loro spostamenti.
Provate a immaginare la figuraccia che avrebbero fatto gli agrigentini dinanzi tali ospiti d’eccellenza. Il passaggio dal ticket strappato – o forato con i denti – alla pinza obliteratrice sembra già un cambiamento epocale, una corsa verso il futuro. L’obliteratrice resta ancora un sogno, roba da film di fantascienza, alla quale forse si arriverà nei prossimi decenni.
Ieri, per intanto, ho avuto “forato” il mio titolo di viaggio – non lo chiamo volgarmente biglietto per dare una maggiore dignità a quello che mi appare come un insignificante pezzo di carta. La prima domanda che mi sono posto è stata: come faranno gli autisti quando ad una fermata si troveranno dinanzi qualche dozzina di passeggeri in attesa? Quanto tempo ci vorrà, mentre gli automobilisti dietro incolonnati perderanno la pazienza, per fare due fori per ogni pezzo di carta? Pardon intendevo dire “titolo di viaggio”…
E in alcuni punti, qualche automobilista imprudente potrebbe azzardare anche un sorpasso le cui conseguenze potrebbero rivelarsi molto gravi. Il tutto, per evitare l’istallazione dell’avveneristica obliteratrice.
Certo, se ci fosse questo diabolico marchingegno del futuro, potremmo arrivare alla convalida di titoli di viaggio validi per un tot tempo e non per una singola corsa. Basti pensare che a Milano, la provincia più ricca d’Italia, il biglietto urbano ha un costo di 1,50euro e una validità di 90 minuti.
Ad Agrigento, la terza provincia in Italia con il reddito pro capite più basso, il costo del biglietto urbano è di 1,20 euro per una singola corsa che può essere necessaria per coprire le poche centinaia di metri utili a prendere un secondo autobus, sborsando ulteriori 1,20 euro, per raggiungere infine la propria destinazione. Totale, 2,40 euro per corse a volte di pochi minuti.
È l’Italia a rovescio. Più una città è ricca più il costo dei servizi è inferiore. Più è povera, più si paga per un servizio che non è neppure alla pari con quello delle altre città. E qui siamo alla prima scimmietta, “Iwazaru”, quella del “non parlo”. Infatti, nonostante i disservizi dell’azienda Trasporti Urbani Agrigento, il sindaco della miserabile cittaduzza, convinto forse di amministrare il capoluogo di provincia più ricco d’Europa, tace anche sui costi di un servizio (ma è tale?) che paragonati a quelli di altre città appaiono veramente esagerati.
Ma tant’è… E siccome al peggio non c’è mai fine, c’è da aspettarsi che le scimmiette – in questa come in altre vicende – finiranno con il moltiplicarsi e ce le troveremo ovunque ci sia un qualche organo preposto a controllare l’operato di quest’azienda che da decenni, nonostante disservizi e polemiche, gestisce in regime di monopolio i trasporti urbani. Le tre scimmiette, erano le scimmiette sagge (anche se forse andrebbero chiamate diversamente). “Mizaru”, “scimmia che non vede”, “Kikazaru”, “scimmia che non sente il male” e “Iwazaru”, “scimmia che non parla del male”. Nel caso della miserabile cittaduzza, trattandosi di soggetti che avrebbero il dovere di intervenire, “Mizaru”, “Kikazaru” e “Iwazaru”, più che sagge potrebbero essere “scimmiette distratte”…
Ma torniamo al nostro “titolo di viaggio”, sul retro del quale si legge: “Documento valido come scontrino fiscale”. E qui, nasce il primo dubbio. Se è vero – come è vero – che il biglietto di trasporto pubblico sostituisce lo scontrino fiscale, lo stesso è soggetto a normativa diversa da quella del documento (scontrino fiscale) che viene emesso in alternativa alla ricevuta fiscale? Eh sì, perché se così non fosse, ci sarebbe da chiedersi: sul biglietto, dove si leggono l’importo da pagare, la data e ora di emissione e il numero di matricola del misuratore fiscale e il logotipo, così come previsto per lo scontrino fiscale? Sarebbero dati rilevabili dalla convalida tramite obliteratrice? La validità, che sia di singola corsa o oraria, da dove si evince? E ancora: Se io fossi dipendente da un’azienda che mi effettua i rimborsi dietro presentazione di ricevuta fiscale o scontrino fiscale, la stessa mi rimborserebbe un pezzetto di carta strappato, o con un paio di fori, dal quale non si evince né importo né tantomeno la data di utilizzo?
Esclusa “Iwazaru”, la scimmietta del “non parlo” che – come si fa con il Tapiro – consegniamo al sindaco di Agrigento, “Mizaru” e “Kikazaru” a quali controllori dovrebbero andare?
Nel precedente articolo, avevamo evidenziato i dubbi relativi alla manutenzione e revisione dei mezzi. Quali sono gli organi preposti ai suddetti controlli? Spetterà al cittadino, di volta in volta, chiamare gli organi di polizia per chiedere interventi atti a prevenire eventuali incidenti che potrebbero verificarsi a seguito di guasti o usura di parti dei mezzi (abs, impianto freni, copertoni etc)?
Riguardo i licenziamenti avvenuti nella T.U.A. – rispetto i quali non vogliamo e non possiamo entrare nel merito – va detto che la Cgil ha presentato un esposto in Procura dal quale si evincono aspetti gravi che meritano di essere accertati. Tra questi, elencati nell’esposto, ce ne sono che vanno ben oltre i fatti relativi ai provvedimenti disciplinari adottati dall’azienda, in particolare:
“• Salto delle corse in alcune zone della città di Agrigento (come la linea verde che porta nel centro storico;
Ad esempio: la corsa delle 13:30 per l’Ospedale San Giovanni di Dio in Contrada Consolida ed ancora la corsa delle 14:20 per Montaperto – Giardina e quella più “disastrosa” che va dal Centro Città fino ai Quartieri di Villaseta – Monserrato;
• parco macchine inefficiente;
• un piano trasporti non organizzato che crea criticità ed equivoci per le fermate e soprattutto capolinea;
Ad esempio i “capolinea” dell’ Ospedale, di Calcarelli e di Montaperto con manovra rischiosa e le conseguenti lamentele degli abitanti di Giardina Gallotti impauriti dalle manovre effettuate a ridosso delle proprie case.
• Lo stesso personale viaggiante è costretto a vendere i biglietti a bordo in qualunque situazione riducendo, in questo modo, la sicurezza stradale trasformando il posto guida in un supermercato, in ciò contravvenendo alla “carta del passeggero” soprattutto l’art.4
A seguito dell’avvenuto licenziamento del personale, in queste ore si assiste al fatto che :
• il Personale Viaggiante, aggirando tutte le normative sulla sicurezza stradale, è costretto, di fatto, a fare doppi turni con oltre 15 ore di guida per sopperire la mancanza di operatori .
• tale condizione di eccessivo carico di lavoro non è un fatto nuovo poiché alle mancanze di oggi si sommano quelle precedenti del personale di esercizio andato in pensione e mai sostituito;
• a questo si aggiunga che oltre ad adoperare gli stessi, a volte in turni antimeridiani nei servizi urbani vengono poi impegnati nella stessa giornata nei turni interregionali contravvenendo alla normativa Europea 562/2006.
• Viene utilizzato personale di altre Società del medesimo gruppo con procedure di dubbia legittimità.”
A giudicare dall’esposto presentato in Procura, il “salto” di alcune corse appare un evento tutt’altro che sporadico. La precisa indicazione dell’orario della corsa, lascerebbe intendere una corsa che non viene più effettuata. Nell’esposto si legge di un “piano trasporti”. Le corse mancanti, sono inserite in questo piano? A chi spetta decidere sul loro annullamento? Come vengono finanziate le corse del trasporto urbano?
Preso atto che dai denti del conte Dracula per obliterare i biglietti, siamo passati all’utilizzo della pinza foratrice, non ci resta che aspettare gli sviluppi di questa vicenda che merita tutte le attenzioni del caso. In particolare, da parte degli organi preposti ai controlli.
Intanto, come se fosse una caccia al tesoro con un premio da dieci milioni di euro, provate a trovare l’obliteratrice nelle foto di questi tre autobus della Trasporti Urbani Agrigento. Suvvia, se non ci siete riusciti, non adiratevi con noi. Ritentate, sarete più fortunati…
Una prima”Iwazaru”, l’abbiamo assegnata al Sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, chi altri si candiderà per ricevere altre “Mizaru”, “Kikazaru” e “Iwazaru”?
Gian J. Morici