Tratto dal romanzo “1717 – Un uomo qualunque”
Libertà di stampa a Collearso:
– “Pronto? Sono Marten…Eric Marten…”
Quel nome a Giorgio non diceva nulla.
– “Prego… in cosa posso esserle utile?”
– “Sei George?”
– “Sì… sono io…”
– “Io sono Eric Marten, un giornalista. Ti ho telefonato perché dovendo venire sabato in Sicilia, volevo approfittare dell’occasione per poterti incontrare ed eventualmente intervistarti per conto della mia radio. Lavoro per la radio nazionale francese…”
Inizialmente Giorgio pensò ad uno scherzo. Perché mai un giornalista francese doveva interessarsi alla sua persona? Decise comunque di stare al gioco.
– “Dammi un orario di modo che io mi renda libero per poterti incontrare”.
– “Dunque… sabato mattina dovrei essere a Palermo per intervistare un’altra persona. Per te nel pomeriggio sarebbe possibile?”
– “Sabato pomeriggio… Ok. Ti aspetto per sabato pomeriggio”
– “Perfetto. Quasi dimenticavo… ti saluta Roman…”
Non era uno scherzo dunque. Giorgio aveva conosciuto Roman, figlio di un giornalista corso, con il quale aveva passato un paio di sere insieme dinanzi ad una birra, chiacchierando da vecchi amici. Un giovane che lo aveva colpito per la spiccata intelligenza, per la voglia d’avventura e la sete di conoscenza. Se era stato Roman a fare il suo nome a Marten, non si trattava di uno scherzo. (…)
Giorgio sospirò. Come spiegare ad un giornalista francese la commistioni di interessi tra mafia, politica, imprenditoria e informazione?
– “Per quanto riguarda la stampa locale, salvo qualche rara eccezione, hanno messo la museruola. Conflitto di interessi, collusioni con la mafia, speculazioni devastanti per il territorio e l’economia, non trovano spazio sui giornali.
I ‘progetti spazzatura’ che dovrebbero generare ampi dibattiti, vengono appena menzionati. Gli editori hanno bisogno di soldi e la fonte principale di guadagno per un giornale è la pubblicità. Come si può scrivere per criticare chi ti dà da mangiare?”
– “E l’Ordine dei Giornalisti cosa fa?”
– “Nella storia dell’informazione isolana, otto dei giornalisti che hanno osato parlare di mafia sono stati uccisi. Cinque di loro non erano neppure iscritti all’Ordine e tre scrivevano per un giornale che ha poi chiuso battenti. Non ti dice nulla questo? La stampa dovrebbe esser il cane da guardia della democrazia e bacchettare i potenti quando qualcosa non funziona. Da noi spesso si trasforma nello scendiletto dell’imprenditore, del politico e, persino, del mafioso di turno”
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Sinossi:
Giorgio Ricci si è appena lasciato con Silvia, la donna con la quale aveva una relazione da diversi anni. All’amarezza di un rapporto terminato dopo anni, si aggiunge un’accusa, ingiusta.
La vicenda è ambientata a Collearso, piccola cittadina siciliana di provincia.
Sangue, paure, sesso, giornalismo, spionaggio, sentimenti, cinismo, fragilità e adrenalina, sono gli ingredienti della vita di un uomo apparentemente normale, come potrebbe esserlo il vostro vicino di casa.
Rapporti umani, politica, corruzione, fallimenti economici, ma anche strani personaggi legati alla malavita locale, oltre soggetti come Jo, un americano legato al mondo dei servizi segreti americani, per un noir mediterraneo, nel quale è difficile distinguere il confine tra realtà e fantasia nelle storie di terrorismo, mafia, malapolitica, spionaggio, vissute in buona parte in una cittadina di provincia dal nome Collearso.