Un’altra sconfitta dell’antieuropeismo populista e sciovinista. La vittoria di Macron è comunque una boccata di ossigeno per l’Europa.
La sconfitta, in realtà, è quella di un grande equivoco, come un grande equivoco aveva travolto e travolge l’Europa di fronte ad una crisi che non è solo quella delle sue fragili e infantili istituzioni unitarie.
Quelli che in Francia come in Italia ed in altri Paesi europei si battono in nome dell’identità nazionale (magari inventandosi la qualifica che sfiora al contempo il ridicolo e la verità di “sovranisti”) contro l’Unione Europea, vagheggiando “uscite chimeriche”, senza magari accorgersene, vogliono tenere un piede su due staffe di due selle diverse. L’Europa, la sua unione politica è l’unica prospettiva che possa realizzare la difesa di una identità nazionale. Che, in quanto identità di un’Europa della quale la nostra Nazione fa parte integrante, inscindibile ed insopprimibile, è l’unica difesa dell’identità nazionale italiana.
L’Europa e solo l’Europa può garantire di rimanere italiani.
Non c’è un rischio, di perdere la nostra identità nazionale dissolta in una l’Europa che porta così forte impronta del nostro contributi nei secoli della sua civiltà. Non è il populismo di Salvini o di Grillo o, magari di Renzi a mettere in discussioni in una prospettiva di decenni, la possibilità di essere Italiani.
Ma la dissennata politica (che, poi, non è nemmeno una politica) dell’”accoglienza” delle porte esposte ad indiscriminati flussi migratori, apre la prospettiva della fine dell’Europa e delle nazioni europee entro la metà di questo secolo. L’Europa istituzione, l’Europa Unione, federazione, Repubblica, o sarà la nostra difesa saggia e ferma contro il trasferimento di masse dai loro paesi (e non senza loro stesso danno) qui da noi, o non fallirà solo l’Unione, le obsolete ed equivoche Istituzioni, ma l’Europa stessa per quello che ha rappresentato e per quello che le speranze di uomini di pace e di libertà hanno sperato dovesse continuare a rappresentare.
I demagoghi che blaterano contro l’immigrazione in massa ed al contempo contro l’Unità dell’Europa sono la sintesi della rovina del pensiero e della politica. Perché l’Europa o si difende unita o affoga nel preteso ritorno ai suoi assurdi egoismi e particolarismi.
Questo significa pure, d’altro canto, che non c’è da fidarsi, semplicemente perché è deleterio per l’Europa e per gli Europei, l’Europeismo di un gesuitico “volemose bene tutti quanti”, di un’Europa che faccia da comitato di accoglienza a sempre nuovi e più forti flussi migratori, che faccia propri discorsi sconclusionati e non conciliabili di “società multietniche”, di integrazione, di “jus loci” (povero latino, povero diritto) ed altre miscele di assurdità della subcultura sinistroide e cattolica.
Questo significa che l’Europa, l’Europa Istituzione, Unione, o diventa la nostra difesa dall’invasione, o ne sarà travolta.
Cominciano a ripeterci questa parola Europa per rimanere Europei. Europei per rimanere Italiani.
Mauro Mellini