
L’elezione di Antonio Tajani a Presidente del Parlamento Europeo mi ha fatto piacere. Non solo perché un Italiano è riuscito a riscuotere fiducia e consenso, ma anche perché lo conosco da lungo tempo, mentre oramai non conosco più nessun uomo politico di rilievo: nessun ministro, sì e no qualche deputato.
Ma, poi, quello di Antonio Tajani è un cognome illustre. Un suo trisavolo ebbe un ruolo di notevole rilievo nel Risorgimento, ricoprendo cariche importanti con la Dittatura di Garibaldi e poi subito dopo l’Unità. Avvocato, fu nominato Procuratore Generale a Palermo. Da lui si ha testimonianza della famosa (specie dopo il libro di Camilleri) “Bolla di Componenda”, sulla percentuale dovuta alla Chiesa sui proventi dei delitti per assicurare la salvezza eterna dei delinquenti. Gli fu presentata quando era Procuratore Generale a Palermo per ottenerne il regio “exequatur”, secondo le norme di “legazione apostolica” spettante ancora al Re. Minacciò di far arrestare i rappresentanti del Clero che gliela avevano prodotta.
Tajani, era cronista parlamentare quando io ero deputato ed avevo occasioni quotidiane di vederlo. Gli domandai se fosse discendente o congiunto di Diego Tajani. Mi disse che sì, un suo antenato era stato qualcosa, deputato etc. Potetti dargli io qualche informazione. Tra l’altro Diego Tajani lasciata la magistratura e tornato alla professione di avvocato, era stato difensore di Garibaldi con Pasquale Stanislao Mancini nella famosissima causa per l’annullamento del suo disgraziato ed inconsumato matrimonio con la giovane contessina un po’ disinvolta. Devo averlo annoiato e, forse, poco convinto. Anche la storia della difesa di Garibaldi alle prese con quell’imprudente matrimonio più che non fargli “né caldo né freddo”, mi sembrò lo lasciasse scettico. Non gli parlai più di quel suo illustre antenato.
Ma, ora che è diventato lui una persona importante, le glorie di famiglia, così rare tra gli uomini politici italiani, dovrebbero interessarlo un pochino di più. Oltre tutto solo un altro che ha un antenato passato alla storia è Gentiloni, per quel tal suo congiunto, il conte Vincenzo, che combinò l’inciucio tra Giolitti e i Cattolici.
Avere un antenato garibaldino, magistrato del nuovo regime unitario, e, poi deputato autorevole, per non dire del difensore di Garibaldi è, o dovrebbe essere qualcosa di meglio. O è cosa compromettente?
Mauro Mellini