E’ stato un anno climaticamente particolare per la Sicilia, che ha prodotto una vendemmia prolungatasi insolitamente fino al 21 di ottobre. L’annata 2016 di Duca di Salaparuta sarà ricordata soprattutto per l’ottimo corredo olfattivo delle uve a bacca bianca, che quest’anno si è sviluppato in maniera perfetta, e per la grande finezza dei vini sia bianchi che rossi. Una vendemmia lunga e complessa, che è stata gestita al meglio grazie anche al sempre maggior supporto fornito dalla tecnologia in vigna. Tecnologia che, unita all’esperienza, alla profonda conoscenza del territorio e al lavoro dell’uomo, permette a Duca di Salaparuta di affrontare tra i filari non solo i vitigni classici ma anche innovative sperimentazioni.
Il clima dell’anno è stato caratterizzato da un inverno povero di precipitazioni, che non ha garantito il normale fabbisogno di acqua dei vigneti. La primavera, sebbene più piovosa, non è riuscita a riequilibrare il livello idrico dei terreni. La scarsità delle piogge, unita ad una media termica maggiore rispetto alla norma, ha esasperato il ciclo vegetativo della vite, con casi di anticipo della fioritura. Il periodo di maturazione dell’uva, caratterizzato da una media termica più bassa rispetto allo standard, ha esaltato il patrimonio olfattivo delle uve aromatiche, ritardando però la sintesi dei composti fenolici nelle uve nere.
E’ stata una vendemmia lunga e metodica, in cui solo un’attenta programmazione della raccolta ha permesso di ottenere un ottimo risultato. “Attesa” è stata la parola chiave… Attendere il giorno esatto per vendemmiare, per garantire il miglior compromesso enologico, per ottenere una buona maturazione tecnologica, aromatica e fenolica è stato l’obiettivo di questa vendemmia 2016.
La raccolta delle uve è iniziata nella prima decade di agosto con lo Chardonnay dello Spumante ed è terminata a fine ottobre con il Nero d’Avola di Riesi (Tenuta di Suor Marchesa) e con il Nerello Mascalese dell’Etna (Tenuta di Vajasindi). La vendemmia ha registrato un ritardo di circa 10/15 giorni rispetto alla media degli ultimi anni. Per garantire il patrimonio tannico e antocianico del Nero d’Avola della Tenuta di Suor Marchesa si è estremizzata la sua maturazione su pianta, posticipando il periodo di raccolta di circa un mese (l’uva è stata raccolta a metà ottobre invece che a metà/fine settembre come negli ultimi anni).
La vendemmia 2016 ha confermato il trend positivo degli ultimi anni per ciò che riguarda i fenomeni fitosanitari, praticamente assenti anche quest’anno, a parte casi di peronospora che hanno ridotto le rese produttive in alcune zone.
Forse l’annata 2016 sarà ricordata più per il corredo olfattivo che per le potenzialità palatali dei vini. Si confermano la piacevolezza e bevibilità dei vini Corvo (sia bianchi che rossi), la grande finezza sensoriale ed eleganza palatale dei vini bianchi Duca di Salaparuta (dai nuovi prodotti che saranno sul mercato nel 2017 a quelli più classici come Colomba Platino) e l’eccellente impronta varietale dei vini prodotti con uve raccolte tardivamente, come il Grillo della Tenuta di Risignolo a Salemi, per Kados.
Le informazioni scientifiche raccolte in vigna nelle vendemmie precedenti si sono rivelate un prezioso patrimonio conoscitivo circa le potenzialità dei vigneti e, in una vendemmia caratterizzata da un clima atipico come questa, ci hanno aiutato a raggiungere il miglior risultato enologico. Le analisi condotte in vigna grazie a strumenti innovativi, come il lettore fluorimetrico Multiplex, ci hanno permesso di seguire la lenta ma progressiva maturazione fenolica dell’uva senza intaccare l’acino. L’interpretazione delle indagini scientifiche svolte sui vigneti ci ha indicato il miglior periodo di raccolta dell’uva, in base alle esigenze enologiche attese. La profonda conoscenza agronomica delle nostre Tenute, il bagaglio scientifico eredità delle annate precedenti e la capillarità delle indagine svolte in tempo reale, ha permesso di vendemmiare porzioni di vigneto dello stesso Cru in modo separato. La “mappatura dell’uva in vigna” ha, infatti, evidenziato l’eterogeneità agronomica di uno stesso vigneto e ci ha spinti alla ricerca del Cru nel Cru, per l’ottenimento del miglior vino.
Quindi, il lavoro iniziato nelle annate precedenti e proseguito negli anni con lo studio dei fenomeni vegetativi e dei cicli di maturazione delle uve ha permesso la selezione dei vigneti con la possibilità di scegliere di destinarli, sin dalla raccolta, a specifiche lavorazioni, per ottenere il miglior risultato durante la vinificazione e nei successivi affinamenti. Questo ha permesso di creare le basi per sviluppare la conoscenza di nuovi vini, come il Pinot Nero destinato a diventare Sciaranèra. Le scelte fatte hanno acuito un calo produttivo, già fisiologico, che si è attestato in almeno il 10% rispetto le previsioni di inizio vendemmia e rispetto alle annate precedenti.
Un’annata, la 2016, che ci riconsegna nei vini la finezza, sicuramente maggiore rispetto all’annata 2015, ormai diventata una delle caratteristiche più rappresentative dei nostri vini. Ma anche, forse, una potenzialità quasi sottotono nei rossi, sebbene con le solite eccezioni qualitative nei vini territoriali come Passo delle Mule, Làvico e i grandi Cru come Duca Enrico. Qui, le scelte aziendali orientate alla ricerca della qualità, permetteranno di attendere quella che negli anni arriverà, come è nel ciclo biologico di ogni cosa, ossia l’annata del secolo!
La vendemmia si è conclusa il 21 ottobre, con la raccolta delle uve delle nostra Tenuta di Riesi (qui per la prima volta il Nero d’Avola è stato raccolto dopo il Nerello Mascalese). Circa 88.000 i quintali di uva in totale, vinificati nel sito produttivo di Aspra, con una quantitativo in aumento rispetto all’annata precedente e se si guardano le annate 2014 e 2103, maggiore di un ulteriore 20%, a conferma delle esigenze di crescita dell’Azienda che continua a lavorare su vitigni ormai consolidati con il Grillo e il Frappato ma che ha anche avviato innovative sperimentazioni in vigna.