Più seguo i dibattiti sulle ragioni del SI o del NO al prossimo referendum, più mi convinco che l’unica risposta al quesito, più logica che di pancia, è un grosso NO. Le motivazioni sono molteplici e mi meraviglio che non vengono messe in risalto da nessuno di coloro che, lo riconosco, hanno molti più numeri di me per farlo.
Io sono uno che fa discorsi da Bar, come si usa dire ma con gli avventori di quel luogo emerito,ci ragiono che è una meraviglia. Ci chiediamo come mai nessuno, di coloro che vogliono convincerci della giustezza della propria tesi, ha mai messo a confronto qualche articolo della Costituzione in vigore con quella che ne dovrebbe prendere il posto,ad eccezione dell’articolo 70, ed è quanto dire: nella Costituzione vigente consta di meno di 10 parole, nella nuova versione di quasi 500.
E’ vero che qui deve spiegare il nuovo rapporto Governo-Regioni, ma un trattato! Secondo me chi non ha l’ idee chiare ha sempre bisogno di tante parole per spiegarsi. Questo è un aspetto della questione. Nel Bar ci rendiamo conto di quante bugie ci vengono giornalmente raccontate. Ma come si fa a dire che se vince il NO avremo perso l’occasione della vita per cambiare? Non si diceva così anche l’altra volta con la revisione della Costituzione da parte del governo Berlusconi?
Non sono passati 70 anni ma solo 10; dunque con la buona volontà e il lavoro si possono fare tante cose. Ma i tanto vituperati discorsi da bar sono anche più semplici e si basano su considerazioni elementari: come si fa a dire che la nuova Costituzione è stata “liberamente” approvata in parlamento dalla maggioranza, quando tutti sappiamo, perché informati dai mezzi di comunicazione, dei mille trucchi (tutti legittimi, per carità) applicati dal governo per far approvare nel più breve tempo possibile, senza troppe discussioni ( a me viene in mente il “democraticissimo” canguro) uno dopo l’altro, i nuovi articoli della seconda parte della Costituzione.
E fin qui ci può stare,normale iter di ogni parlamento. Ma due punti lasciano perplessi i semplicioni “discorritori” (avventori del bar che discutono) di bar: 1) l’imperativo di Piero Calamandrei al Governo di stare lontano dalle aule del parlamento quando Senatori e Deputati trattano di Costituzione – qui è addirittura il Governo che cambia quasi 50 articoli – altro che storie; 2) il più esilarante – il voto di fiducia che attiene a quella “piena libertà” di voto con la quale i Senatori ed i Deputati sono stati chiamati ad approvare, un articolo dopo l’altro, tutto il documento.
Voto di fiducia che significa: o passa o cade il Governo. E se cade il Governo, cosa succede? Per quel che ne so, sta al Presidente della Repubblica risolvere il problema. Periodo di consultazioni, assicurarsi di una possibile nuova maggioranza, dare l’incarico a qualcuno perché formi un nuovo Governo ecc. ecc..
Ma, c’è un ma. E se il Presidente decidesse di sciogliere le camere? Ben 945 padri di famiglia andrebbero a casa. E qui non c’è nemmeno la cassa integrazione; leggo,però, di “Assegno di reinserimento” che non sono proprio noccioline. Dunque, non che se la passerebbero malissimo, con tutto quello che hanno guadagnato… poi.
Ma vuoi mettere i benefici della continuità? E c’è di più: esiste un maturato di legislatura che da diritto ad un bonus ( oggi si dice così) che non so bene a quanti migliaia di euro corrisponda al mese, da godere, al momento della pensione, per il resto della vita e tramandare anche ai posteri. E se quel maturato di legislatura non è… maturato? Nisba bonus.
E tu vuoi che con questo handicap esiste, veramente, la libertà di voto? Queste considerazioni sono fatte da tutti i “rappresentanti la pubblica opinione” che cose ne sanno ma non sempre le dicono, e se le dicono, qualche volta, poco chiaramente purtroppo. E a me viene da ridere quando poi spunta lo studioso di turno che denuncia, rammaricato, che in Italia si leggono pochi giornali, adducendone le colpe alle cose più disparate. Io non ho studiato “Scienza della comunicazione”, non so come si scrive un articolo ma quello che leggo mi convince poco perché, per me , poco attinente alla realtà.
Non sarà, mi chiedo, che la vera e semplice causa per cui si vendono così pochi giornali non sia più elementarmente questa? Non può essere che, in fondo, coloro che fanno discorsi da bar non siano, poi, così sprovveduti e sanno distinguere una panzana da una verità? Riflettete gente, riflettete.
Ma torniamo ai nostri rappresentanti in parlamento. Ragazzi, anche loro “tengono famiglia”, se poi si contano i disoccupati che, con l’elezione a parlamentare pensava di aver risolto il problema, tutto è più chiaro; se vanno a casa saranno rieletti? E dei vecchi parlamentari quanti saranno i “trombati”? Io penso che queste siano, in fondo più terra terra le cause che dividono gli italiani sulla necessità di cambiare la Carta Costituzionale che poi, diciamoci la verità, è stata il mezzo che per tanto tempo (ancora ora?) ci ha permesso di far parte delle sette potenze più ricche del mondo. Se già il metodo con cui si è scelto a ripensare tanti articoli non convince la maggioranza stessa, se le persone fisiche addette a riscriverli e propagandarli hanno così poco credito e seguito,( secondo tutti i sondaggi) di che “discussione del merito” parliamo?
Chi sa quante inesattezze in questo scritto! Però così sono i discorsi da bar, per cui nessuno tiene conto di queste chiacchiere. Le ritengono importanti,invece, tutti coloro che dicono di essere delle persone che hanno studiato i problemi e che parlano solo di cose serie.
Però, chi sa perché, vogliono convincere chi fa discorsi da bar a sostenerli nei loro principi che non convincono chi fa discorsi da bar, E qui s’inca… Un caro saluto.
Giuseppe Baldanza