Nei giorni scorsi, riprendendo la notizia da “Antimafia 2000” giornale on line, definito (da Ingroia) organo ufficioso della Procura di Palermo, non avendone avuto altra informazione dalla stampa nazionale e da quella romana, abbiamo scritto del conferimento a Nino Di Matteo della cittadinanza onoraria dell’Urbe.
Francamente devo ammettere che, se avevo sottolineato il grottesca di questa “unanimità” ritrovata del Consiglio Comunale di Roma nel deliberare un così urgente e significati provvedimento, mi era sfuggita tutta l’enormità della cavolata Capitolina.
Me ne sono reso conto ascoltando una rievocazione televisiva del conferimento ad Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica Italiana, della cittadinanza onoraria di Roma, che lo poneva, allora per ora, al pari del Sostituto Procuratore di Palermo, noto per la sfortunata valorizzazione del pentito falsario, Spatola e, per il processo allo Stato imputato di tentativo di patteggiamento con la mafia.
In quella trasmissione si faceva riferimento all’esiguo numero di precedenti di così alto riconoscimento nei confronti di Enrico De Nicola.
Così ho voluto curiosare nella storia ed ho potuto constatare che, se è vero che in questi decenni, anche con le elargizioni delle “cittadinanze” dell’Urbe si è largheggiato rispetto al precedente periodo (come, del resto avvenne con l’applicazione della legge emanata per il conferimento del grado di Ufficiale Superiore della Marina a Guglielmo Marconi, solo a quest’ultimo applicata in periodo fascista e, poi utilizzata per elargirne più di 350 anche ai “montagnini” (Ariuccio Carta) nel periodo democratico) i precedenti cittadini onorari dell’Urbe rimangono un numero ristretto di personaggi Italiani e Stranieri noti in tutto il Mondo.
Ebbero tale cittadinanza: Mussolini nel 1924 (poi revocata), Costanza Ciano, Guglielmo Marconi, Vittorio Emanuele Orlando, Saragat, Pertini, Scalfaro, Napolitano, Terracini, Carlo Sforza, Bucciarelli Bucci, Madre Teresa di Calcutta.
Non tutta “farina da far ostie”, ma nemmeno persone da domandarsi “chi è costui?”.
Ma quello che più mi colpisce (e mi diverte) è questo accoppiamento degli ultimi “elevati” a tanto onore: Madre Teresa e Nino Di Matteo.
Al Consiglio Comunale di Roma si divertono. Ma non hanno il senso dell’umorismo.
Mauro Mellini