Con un articolo del 16 settembre intitolato “Che succede se vince il no?”, Cerasa ammette che “fino a qualche mese fa sembrava non possibile la sconfitta del SI, oggi sembra ancora difficile ma non impossibile…”.
Che succede “se i volti (?) che dicono NO, pur nella loro carnevalesca incoerenza, dovessero prevalere? Cosa accadrebbe se Renzi dovesse perdere il referendum?”.
Il pezzo cerasuolo meriterebbe un posto nello “Stupidario…”, che però è già in stampa. Nello “Stupidario…”, ma soprattutto nel “bugiardario”. Perché se un po’ (un bel po’) stupida e sicuramente bugiarda è l’affermazione che solo ora abbia capito che il NO può vincere, affermazione come: “…Renzi come è noto ha scelto di spersonalizzare la partita”, quando lo stesso Renzi ha ammesso che ha sbagliato lui a personalizzarla e lo ha ammesso solo a forza di calci in culo rimediati alle amministrative ed altrove, impongono di rilevarne subito l’inconcepibile bugia.
Ma, vediamo di capire, pur nella nostra “carvevalesca incoerenza” che Cerasa ci attribuisce, che cosa pensa oggi il grande erede di Giuliano Ferrara delle nostre sorti se le cose gli dovessero, come lui dice, “andare male”.
Fino a ieri (quando, secondo lui era da considerare impossibile la vittoria del NO) Cerasa era tra quelli, anzi, avanti a tutti quelli, che dicevano che nella “inconcessa ipotesi” della vittoria del NO, sarebbe avvenuta semplicemente una catastrofe, proprio come il suo idolo, Renzi aveva preannunziato la catastrofe nientemeno che dell’uscita sua (di Renzi) dalla vita politica.
Ma ora che la vittoria del NO gli appare possibile, niente più catastrofe: avendo Renzi cambiato opinione circa il suo ritiro a vita privata. Invece della catastrofe, tre ipotesi, tutte e tre fondate su un punto fermo che fa tirare un respiro di sollievo al Nostro: Renzi non si dimetterebbe da segretario del P.D. (magari rinunziando a farlo diventare Partito della Nazione) e poi “governo di scopo”, chi sa, elezioni etc. Insomma niente catastrofe, a meno che, “democraticamente” per Cerasa le elezioni siano per se stesse una catastrofe.
“Comunque andrà a finire il referendum sarà chi guida il fronte del SI (Renzi) a dare le carte”.
Un avvertimento per chi starà al tavolo verde: con i bari non si giuoca. Ma, intanto è importante levargli di mano il mazzo truccato.
Mauro Mellini