Finite le ferie, oramai siano in dirittura di arrivo per il voto al referendum sulla riforma costituzionale Bosco-Renziana. Non c’è più tempo per gli espedienti dilatorii, per furbate ambigue e per alibi tollerabili. Non che ne manchi la voglia ed un pizzico di speranza da parte dei soliti noti. C’è stato persino chi ha tirato fuori la “necessità” di un rinvio per il terremoto del 24 agosto (che, magari, confida in qualche altra e più spaventosa catastrofe. I menagramo non mancano mai).
Le manovre Confalonier-confindustriali-foglianti per ottenere da Berlusconi un autolesionistico passo indietro, sono naufragate. La partita rimane invece aperta per la Sinistra del P.D. ancora invischiata goffamente negli arzigogoli del NI. Le parole chiare (e scomode) di D’Alema a Catania hanno puntualizzato la vacuità dell’attendismo e dei condizionali nebulosi di Bersani. Se c’è un fronte difficile a sfaldarsi è quello degli inconcludenti e dei fuggiaschi.
Oramai la partita si giuoco più che sugli schieramenti, sull’effettiva capacità e fermezza di impegno. Il riconoscimento da parte di Renzi della gaffe della “personalizzazione” è stata un segnale di debolezza di tutto il fronte del SI.
Ma, finora, da parte del NO è mancata una spinta decisiva verso la conquista degli indecisi e di quelli che addirittura ignorano la questione, che, poi, sono l’effettiva maggioranza.
Sembra, vorrei sbagliare, che tra quelli del NO la diffidenza verso una possibile egemonia di altri della stessa parte, superi l’intento di prodigarsi in una gara di impegno e di concludenza nella conduzione della battaglia.
Non c’è da dolersi troppo di una mancanza di compattezza del fronte del NO. Pretenderlo potrebbe portare conseguenze negative anche gravi. Ma sarebbe importante, perché è necessario e finirà con essere decisivo, che nessuno si limiti a “mettersi a posto con la propria coscienza” con una astratta presa di posizione e dia, invece, tutto l’impegno di cui è capace senza troppo attendere.
Il fronte del NO, le singole forze politiche che hanno assunto questa posizione, i gruppi, le categorie professionali hanno un campo vasto e fertile in cui operare ad una prospettiva di risultati enormemente superiore a quella che, malgrado la disponibilità (e l’abuso) della gran parte dei mezzi mediatici, ha il partito del SI.
Ogni dato di conoscenza delle enormi sciocchezze della riforma bosco-renziana che si riesce a far passare è una sicura conquista di consensi al NO.
Non siamo certo noi che possiamo pretendere di fare i trombettieri del fronte del NO che suonino il segnale della carica.
Ma non staremo zitti né ci volteremo da un’altra parte per far finta di non vedere chi preferisse continuare a dormire.
Auguri a tutti, cari amici. Con la speranza di poterci congratulare con tutti noi.
Mauro Mellini