Sabato 23, Assemblea del P.D.
Renzi arriva in ritardo. Spiega che lui ha molto da fare. E’ stato a firmare decreti importantissimi. Poi parla di “una politica per una estate”. Nessuno ha aperto bocca sul referendum costituzionale. Anche lui non ne fa cenno. E pensare che aveva proclamato ai quattro venti che era l’attesa prova del fuoco per il suo Governo, mica una sciocchezzuola come le elezioni comunali: “se vince il no me ne vado a casa”. Poi ha proclamato che bisogna parlare dei contenuti: “è un errore personalizzare il referendum”, quando a quella terribile minaccia il coro dei “magari!!” si è levato imponente. Ora, come ai bei tempi, “contrordine compagni! del referendum non s’ha da parlare”.
C’è stato subito qualche commentatore che ha definito la politica di Renzi sul referendum “la tattica del sottomarino”.
Del sottomarino? No, non direi: piuttosto dello struzzo, che quando è braccato nasconde sotto la sabbia la testa e lascia scoperto il corpo, il piumaggio, il sedere.
Tattica dello str..uzzo. Cambiando qualche lettera il significato sarebbe lo stesso.
Mauro Mellini
25.07.2016