La denuncia di uno spezzino coinvolto in una vicenda di droga e minacciato da “tre calabresi” di morte per una partita di droga non pagata, ha consentito ai Carabinieri del Comando Provinciale della Spezia, nell’arco di una nottata, di far chiara luce sull’intera vicenda e giungere all’identificazione degli autori della minaccia estorsiva alla base dell’operazione portata a termine stamane dai militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e del NORM della Compagnia.
I militari hanno cercato nella tarda serata di ieri di intercettare e bloccare gli autori della richiesta estorsiva mentre si recavano a prelevare dalla vittima il denaro pattuito. I due però sono stati scaltri nel cambiare il luogo dell’incontro prima che i militari potessero intervenire e sono riusciti a fuggire. Il terzo però che stava assistendo alla scena dalla finestra di un appartamento di Corso Nazionale, ha attirato l’attenzione degli investigatori i quali, incrociato lo sguardo dell’uomo, vedendolo spostarsi repentinamente dal davanzale, si sono precipitati nel palazzo a bloccarlo.
Il primo dei tre arrestati è un 49enne che, oltre ad aver preso parte al reato in questione, deve scontare un residuo pena di 2 mesi e 24 gg di reclusione per 416-bis. L’uomo, coinvolto in una nota operazione contro la ‘ndrangheta, è affiliato a un noto clan locale ed è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 8 mesi per “associazione mafiosa”.
Gli altri due, un amico e il figlio, sono stati fermati a casa del cognato del 49enne, sul quale i Carabinieri della Spezia hanno indagato dopo l’omicidio della moglie avvenuto nell’Agosto del 2014. Proprio nel corso di quell’attività venne alla luce il rapporto di parentela che legava i due uomini e che ha consentito oggi agli investigatori di risalire al luogo ove i due estorsori potevano aver trovato rifugio dopo la fuga nella notte.
Tutta l’attività è stata coordinata dalla Procura della Repubblica della Spezia.