La parlamentare Pd è intervenuta in Aula, dove è in corso la discussione generale sulla riforma della legge di bilancio
Susanna Cenni (Pd): “Non solo Pil. Bilancio di genere, ambiente, sociale, territorio per cambiare la legge di contabilità e le politiche economiche”
“In questi ultimi anni le norme di bilancio sono state percepite per lo più per la pesantezza dei vincoli e dei limiti. Oltre a semplificare, la nuova legge di bilancio inserisce alcune novità che ci consentiranno non solo di mettere a fuoco le scelte e le politiche economiche e fiscali, ma anche di verificare la ricaduta e gli effetti delle politiche su uomini e donne, con il bilancio di genere, nonché su ambiente, tessuto sociale e servizi, con gli indicatori di Benessere equo e sostenibile, Bes, meditando e apportando correttivi e aggiustamenti finalizzati all’eliminazione di diseguaglianze e distorsioni che continuano a caratterizzare i processi economici e che non sono rilevabili soltanto con la dimensione del Pil”. E’ quanto ha affermato Susanna Cenni, deputata Pd, nel suo intervento in Aula, dove si sta svolgendo la discussione generale sulla riforma della legge di bilancio approvata dalla Commissione Bilancio della Camera nei giorni scorsi.
“La legge di riforma del bilancio – ha spiegato Cenni – supera il binomio fra legge di stabilità e bilancio dello Stato, oggi sostituiti da un unico strumento. Semplificazioni, una lettura che supera la differenza tra cassa e competenza, revisione del timing del percorso di approvazione e altre novità. Tra le innovazioni che desidero evidenziare, ci sono il gender budgeting, il cosiddetto bilancio di genere, inserito con l’approvazione di un emendamento a mia prima firma sottoscritto da molte colleghe del Pd. La modifica prevede che la sperimentazione già prevista nelle amministrazioni dello Stato venga osservata assieme a quelle degli enti locali e che venga predisposta dal Mef una relazione annuale rivolta alle Camere, per mettere a punto linee guida e modelli da utilizzare in modo uniforme”.
Il bilancio di genere. “Da oltre un decennio – ha aggiunto Cenni – si parla e si sperimenta il bilancio di genere. Numerose e autorevoli economiste hanno lavorato assieme alle amministrazioni locali su questo tema in Italia, fornendo supporto a decine e decine di progetti promossi da enti locali che hanno iniziato a inserire la misurazione degli effetti delle politiche su cittadini e cittadine. Ancora, però, non esistono indirizzi e linee guida condivise e, per questo motivo, l’introduzione del tema nella legge di bilancio rappresenta finalmente una formalizzazione e un passo in avanti importante e concreto, che consentirà di contabilizzare le sperimentazioni con un monitoraggio reale, per valutare e migliorare le performance della spesa pubblica verso uomini e donne, eliminando quelle disuguaglianze che troppo spesso creano costi sociali ed economici, perché le politiche di bilancio non sono neutre”.
Gli indicatori di Benessere equo e sostenibile. “E’ di grande interesse – ha detto ancora Cenni – anche l’inserimento degli indicatori di Benessere equo e sostenibile, anche grazie alla sollecitazione avvenuta con proposte di legge parlamentari e al lavoro di Censis e Istat che, dal 2013, predispone un rapporto nazionale sulla base di 12 dimensioni del benessere, che vanno dalla salute all’istruzione, dalla formazione al lavoro fino alla qualità dei servizi e alla dimensione di genere, e di 130 indicatori di base. L’approccio multidimensionale, già tentato e suggerito da organizzazioni internazionali e adottato in alcuni rapporti europei, e il lavoro di economisti come Stiglitz e Fitoussi per il governo francese e ancora sposato da alcune iniziative e classifiche sulla qualità della vita, oggi provano a diventare strumento che integra e condiziona la programmazione economica e l’allocazione delle risorse pubbliche. In una fase di grandi trasformazioni, e anche in virtù della necessità di assumere i temi della sostenibilità ambientale e sociale – ha concluso Cenni – la rimozione delle differenze tra i generi come chiavi di lettura delle politiche e le scelte che assumiamo nella nuova legge di bilancio rappresentano un orizzonte di grande interesse per affiancare al Pil e agli altri indicatori economici strumenti di grande attualità e di maggiore vicinanza alle persone e ai territori. Credo che oggi stiamo facendo una buona cosa per il lavoro di parlamento e governo e per l’interesse dei cittadini”.