RAVANUSA Che figuraccia! Sindaco snobba tifosi e squadra, negata festa-salvezza. La Società:“Stendiamo un velo pietoso”
(di Silvio D’Auria) – Ieri pomeriggio al “Saraceno” incontro a porte chiuse terminato con una netta vittoria contro il Comiso e nessuna “festa-salvezza” per tifosi e Società (Asd Ravanusa Calcio). Vietato l’accesso in tribuna per i lavori del nuovo Campo da Tennis iniziati giovedì scorso con l’abbattimento di una parte del muro perimetrale dell’impianto sportivo di via Olimpica. Eppure sarebbe bastato poco per non escludere la presenza del pubblico: imporre la “messa in sicurezza” del cantiere e rendere inaccessibile, anche agli eventuali sprovveduti, l’area interessata ai lavori o, meglio ancora, posticipare di pochi giorni l’inizio degli interventi di ampliamento per consentire agli spettatori il regolare accesso alla tribuna centrale per l’ultima di Campionato di Promozione dove la squadra continuerà a militare anche nel prossimo anno. Direte: atti di “ordinarissima” amministrazione. Eh… già! Tranquilli, per il Sindaco pensare a soluzioni simili è l’ultima delle difficoltà. All’origine dell’inaspettata decisione c’è sicuramente dell’altro.
L’aggravante non è la circostanza che ruota attorno al divieto d’accesso per l’ultima di Campionato in quanto gara di chiusura come fosse una della tante, incontro terminato poi 4 a 2 contro i ragusani, bensì l’avere imposto l’assenza di pubblico spegnendo l’entusiasmo di Società e tifosi che di fatto ha impedito l’annunciata “festa-salvezza” di ringraziamento dei sostenitori ai giovani atleti biancorossi tra applausi, cori e bandiere dall’alto dei gradoni sugli spalti del “Saraceno” essendosi la squadra garantita anzitempo punti-salvezza sufficienti suggellando ufficialmente, contro gli ospiti di ieri, la permanenza in Promozione. L’ Asd Ravanusa Calcio, infatti, aveva anticipato e diffuso inviti a tutta la Città, per l’occasione l’aspettativa sarebbe stata uno “Stadio coloratissimo e gremito di tifosi di fede biancorossa”. Insomma, una vera e propria festa… mancata.
Il risultato fuori dal campo? Una pessima figuraccia con tifoseria e Città dove nessuno è così ingenuo da credere alla casualità dell’Ordinanza che ha sospeso la fruizione della tribuna, per scongiurare situazioni di pericolo per la pubblica incolumità, a poche ore (!!) dalla gara tuttavia prevista nel calendario di Promozione della Lega Nazionale Dilettanti Ed ecco, appunto, servita la decisione che ha gelato l’atteso festeggiamento: “Ordinanza (del Sindaco) di interdizione immediata di accesso all’area della tribuna” lungo via Olimpica deliberata e notificata venerdì, per mezzo del Comando di P. M., a Custodi, Forze dell’Ordine, Prefetto, Lega e Società, ovvero 24 ore prima dell’incontro (… con l’aggravante di cui sopra!)
Sono così inaspriti i rapporti tra Amministrazione e Società da non tenere conto dell’ultimo impegno di ritorno contro i ragusani e soprattutto da snobbare (negando!) un pomeriggio di festa per l’atteso ringraziamento alla squadra di tutti i sostenitori? L’ultimo atto sembra essere rappresentato dall’acceso battibecco tra l’Allenatore, Angelo Loggia, e il padre del primo cittadino in ordine ai tempi d’inizio per l’ esecuzione dei lavori e quindi dalla quasi immediata notifica dell’Ordinanza del figlio, a capo della Giunta, che di fato ha impedito i festeggiamenti. A fine gara, terminata dopo una brillante prestazione dei padroni di casa, la Società risentita pubblica un comunicato dove testualmente si legge: “E’ un vero peccato non aver potuto festeggiare assieme alla Città, un finale di Campionato giocato ad altissimi livelli. Sarebbe stata la festa dei ragazzini (Scuola Calcio Asd Ravanusa) che inseguono i propri idoli, delle famiglie che ogni domenica si stringono attorno alla squadra, dei tanti giovani che hanno seguito le battaglie di ogni incontro al Saraceno e in trasferta, degli ultras che hanno gridato a squarcia gola dall’inizio alla fine delle gare. Una festa negata da un capriccio sul quale non resta che stendere un velo pietoso”.
Oggi “Stemma” cittadino e dicitura “Comune di Ravanusa”, impressi nelle maglie dei giocatori lungo tutto il Campionato, più che testimoniare il patrocinio dell’Ente, come slogan del binomio che legherebbe (?) Istituzioni politiche e Sport, sembrano rappresentare invero l’emblema di una vera e propria beffa che si sarebbe potuta senz’altro evitare…
(scritto da: Silvio D’Auria – foto: Girolamo La Marca)