“Dai canoni di concessione del litorale lo Stato incassa “pochissimo, 100 milioni, dovrebbero essere 300, c’è però un’evasione troppo forte, alla fine sono 100 milioni, francamente una cifra irrisoria”. Risponde così a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 il sottosegretario Pierpaolo Baretta che denuncia una forte evasione sui canoni di concessione del litorale. Sono circa 30mila imprese concessionarie che si dividono gli 8 mila chilometri di coste italiano. Di questi, circa la metà è balneabile: ogni 350 metri c’è uno stabilimento privato, un business da decine di milioni di euro. Ed a Minoli che evidenzia come si tratti di una situazione assurda, dal momento che da una parte non ci sono regole, dall’altra lo Stato praticamente regala le concessioni, Pierpaolo Baretta risponde “Sì, da un lato è assurdo ed è veramente uno spreco, dall’altro però bisogna tener conto della stratificazione storica, quindi aumentare i canoni ad una cifra diciamo accettabile”. “Noi pensiamo di cambiare il sistema di calcolo passando dal sistema attuale, al calcolo al metro quadro – prosegue – questa è una riforma che vogliamo fare”.
“Le gare presenti nella nuova legge sulle concessioni balneari possono funzionare “stabilendo dei parametri che riconoscano gli investimenti fatti, in secondo luogo calcolare un indennizzo per chi le perde, ovviamente, e in terzo luogo un tempo di concessione lunga, in maniera tale che gli investimenti siano ammortizzati. Questo lo si può fare, quello che non possiamo fare è prorogare, ma una volta deciso le nuove gare possiamo stabilire un periodo anche trentennale di concessioni nuove”. Anticipa così il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, i criteri di gara che saranno presenti nella nuova legge sulle concessioni balneari. Ed alla domanda se vi sia la possibilità che le gare arrivino prima della data di scadenza delle concessioni, ossia il 2020, e che di lì in poi si calcolino gli eventuali trent’anni, Baretta risponde: “Sì, è così, diciamo che dopo la sentenza dell’Unione noi dovremmo contrattare con l’Europa il periodo massimo concesso per predisporre queste nuove gare, che non si fanno dalla sera alla mattina, tra qui e il 2020. Una volta stabilita questa data dobbiamo riconoscere concessioni lunghe per le nuove gare”. Minoli quindi ricorda che i concessionari non corrispondono obbligatoriamente a quelli che poi gestiscono gli stabilimenti e Baretta conferma: “In molti casi sì, in altri casi no. Concessione e sub concessione questo sì, succede”. A Minoli che sottolinea come questo sia abbastanza anomalo Baretta risponde: “Ma dipende, sa, perché in alcuni casi sono degli investitori che poi non hanno più continuato loro, oppure hanno affittato però un’anomalia c’è”. “Subaffittare diciamo sub concedere, sì anche questo va regolato” prosegue Baretta che rimarca che nella legge “sarà regolato. Almeno è nostra intenzione”.
Rischio procedura infrazione UE
“Se non provvediamo con l’avvio di gare, concordando con l’Europa dei tempi intermedi, rischiamo una procedura d’infrazione”. Così spiega Baretta, che da anni segue la questione delle concessioni balneari. A Giovanni Minoli che sottolinea come dal 2009 l’Italia proroghi le concessioni esistenti, senza gara, ricordando che la Corte di giustizia europea ha sottolineato come non sia possibile alcun rinnovo automatico, il sottosegretario Baretta risponde “Sì, è una norma molto rigida, ma dobbiamo tenerne conto e l’unico modo per intervenire è fare dei provvedimenti nazionali che stabiliscano un tempo entro il quale si avvia il processo di gara”. “La legge non c’è ancora perché nel frattempo c’è stato un avvio di un contenzioso e c’è una sentenza attesa a maggio da parte della Corte di giustizia europea e quindi in qualche modo è bene intervenire subito dopo avendo a disposizione la sentenza”. A Minoli che sottolinea come la mancanza della legge faccia sì che l’Unione europea voglia sanzionare l’Italia, Baretta risponde: “Sì, però, se noi immediatamente dopo la sentenza, come pensiamo di fare, interveniamo con un provvedimento, a quel punto evitiamo la sanzione, però dobbiamo fare un provvedimento che risponda al problema”.