(E QUALCHE MASCALZONCELLO)
Ho fatto incazzare di brutto i fanatici antimafia.
Non tutti, per ora, ma un buon numero della consorteria delle Agende Rosse. Quelli che, per intenderci, come ha proclamato l’Ingegner Fratello, loro leader, “voltano la schiena alle Autorità levando in alto l’agenda rossa”.
A me, che non sono “un’Autorità” e mi trovo abbastanza lontano dalle loro storiche adunate, non l’avranno voltata che metaforicamente, magari emettendo, sempre metaforicamente, (per ora), rumori irripetibili, consoni al loro stile e livello intellettuale.
Tale Salvatore Lo Presti, nulla a che fare, ovviamente, con la nostra quasi omonima amica, ha scritto sulla sua pagina facebook un mio “profilo” (con qualche lievi imprecisione). Indica i titoli di cinque miei articoli, peraltro quasi tutti un po’ vecchiotti, “irriverenti”, verso la “religione dell’Antimafia”. Quella demenziale, perché ha, saggiamente, omesso quelli che già dal titolo si vede che trattano dell’”Antimafia d’Affari”. Del resto dichiara esplicitamente che “non vuole farmi pubblicità”.
Ci mancherebbe altro. “Però ricordatevi di questo personaggetto (il vezzeggiativo mi piace un mucchio, come si dice a Roma) che definisce complotti e baggianate le minacce di morte nei confronti del dott. Di Matteo. Ricordatevi che definisce il processo sulla trattativa Stato-mafia come eversivo e baggiano”. Sì, sì!! Ricordatevene! Vedete: ve lo dice pure il signor Salvatore Lo Presti, al quale, a mia volta, non intendo fare pubblicità, ma che deve essere un autorevole studioso del diritto oltre che un “pezzo grosso” (direi “Gran Cordone”) dei rossoagendati.
Ma, più che le lapidarie esortazioni del “Gran Cordone” della confraternita (mi piace ritenere che lo sia) sono interessanti i commenti, le risposte all’appello dei “peones” rossoagendati. Le qualifiche che mi danno, mi hanno francamente, rallegrato la giornata. Quando i babbei fanatici si incazzano, è segno che qualcosa di buono si è fatto.
Un piccolo esempio: “squallido…”, “da chi è pagato?” (me lo dica! Me lo dica! Andrò a riscuotere!!) “una cagata pazzesca”, “c’è solo uno squilibrato…”, “lo interneranno in manicomio criminale…”, “siccome le logiche dei partiti sono sporche, non possono neppure permettersi di schierarsi con i magistrati” (un po’ criptico, in verità) “io preferisco ignorare i deliri di questi individui” (non mi pare, ma faccia pure!!…) “disgustato dalla bassezza morale di questo individuo”.
Ma c’è un certo signor Grisafi che raccomanda: “Non dobbiamo dargli credito…Una reazione scomposta è ciò che vogliono per screditare il nostro movimento” (saggezza assolutamente sprecata: non hanno alcun credito da perdere, peggio della Banca dell’Etruria…). E ancora: “senza parole” (questo sì che è saggio!) “chi lo paga?” (me lo dica, me lo dica, così riscuoto!!!!).
Ma il più interessante di tutti è un tizio, che dice di “aver avuto la disgrazia di conoscermi” (vedremo che, in fondo, ha ragione di rammaricarsene. Gli andò malissimo).
Mi sono ricordato ed ho capito chi è. Di lui ne so abbastanza anche per capire perché gli fa tanto impressione sentir parlare d baggianate della giustizia.
Intanto questo signore, di cui io ricordo benissimo qualche misfatto, ricorda molto male la mia attività professionale nella sua città. “ha difeso colletti bianchi e sindaci”. In tanti decenni di avvocatura mi pare di non aver mai difeso un solo Sindaco, neppure “quello di Roccacannuccia”. Colletti bianchi forse sì, anche se non vado a guardare l’abbigliamento dei miei clienti. E aggiunge “imputati di corruzione e reati contro la P.A.”.
Mi pare proprio che nella sua città non ho mai difeso imputati di corruzione. Di abuso d’ufficio sì. Un reato che certi P.M. (e loro ispiratori) ritengono di poter appioppare a chiunque. Che poi sono risultati tutti, o quasi, (non vorrei incorrere nel minimo errore) vittime di disinvolti abusi di un noto, allora, tirapiedi di magistrati, oggi, a seguito anche di sentenze da me ottenute, pluripregiudicato e in rotta con giudici e procuratori. E aggiunge “principe del diritto” (!!!) amato da tutti i disonesti della città”. Laggiù dunque, qualcuno mi ama.
Comincio col dire che questo signore, che, evidentemente, non mi ama, senza che ciò basti a definirlo disonesto, ha un passato che conosco anche in particolari che dovrebbe essermi grato se non li voglio divulgare. Era “un ufficiale di polizia giudiziaria” “di fiducia” di una certa magistrata più bella che brava, nota per le sue proverbiali “baggianate”. Sequestrò tutti i computer degli ingegneri, architetti e geometri della città, per dimostrare che l’uniformità dell’impianto telematico delle istanze di concessione edilizia provava che esisteva una “lottizzazione abusiva”.
Il nostro amico partì per un lungo viaggio con un camion di computer per farli “monitorare” da un “consulente” tecnico d’Ufficio, con un macchinario complicatissimo, noleggiato a caro prezzo da una società appartenente allo stesso consulente. Che nominò dodici “coadiutori”. La spesa totale si avvicinò al mezzo milione di euro. L’area da fare oggetto dell’accertamento della “lottizzazione” era disegnata in modo tale da arrivare, guarda caso, a pochi metri dalla costruzione abusiva dello stesso solerte “ufficiale di P.G.”, oggi rossoagendato, di fiducia della bella magistrata. Il quale, mi par bene che ne ottenne subito la “sanatoria”.
Quel procedimento non solo non concluse nulla, ma scomparve. Proprio così, scomparve!!
Capite ora perché il nostro amico si preoccupa tanto dell’intangibilità dei magistrati?
Debbo proprio ringraziare questo sig. Lo Presti.
Mi fornisce di che divertirmi e non mi lascia dimenticare episodi interessanti Può darsi che ci torni su con più ampi particolari. E nomi e cognomi.
Mauro Mellini